Dalla foresta alla savana
Per molti milioni di anni, fitte foreste hanno ammantato le sterminate savane dell’Africa australe. Poi, a partire da 15 milioni di anni fa, questo antico ecosistema è progressivamente scomparso lasciando il posto alle praterie che oggi sostentano milioni di erbivori e i loro predatori. I cambiamenti climatici sono stati considerati a lungo i principali artefici di questa trasformazione. Eppure gran parte delle savane, che complessivamente ricoprono un quinto della superficie terrestre, si trovano in zone climatiche compatibili con la crescita e la rigenerazione delle foreste. Un’alternativa è stata individuata nel fuoco: gli arbusti sono più adattati ai frequenti incendi rispetto ai grandi alberi della foresta. Per gli scienziati sudafricani autori dello studio, tuttavia, gli indizi sull'origine delle savane porterebbero in un’altra direzione: il pascolo delle antilopi di medie e medie e grandi dimensioni, come gli impala e i kudu.
L’arrivo di antilopi medie e grandi in Africa ha coinciso esattamente con l’evoluzione di alberi spinosi nella savana (immagine: Gareth Hempson)
L'arrivo delle antilopi
I ricercatori hanno ricostruito l’evoluzione delle spine in circa 2000 specie di piante legnose dell’Africa australe, utilizzando il DNA degli alberi raccolto dall’Università di Johannesburg e coinvolgendo esperti di analisi filogenetica. I risultati hanno colto tutti di sorpresa. L’origine delle piante spinose risale ad appena 15 milioni di anni fa, vale a dire 40 milioni di anni dopo che i mammiferi hanno rimpiazzato i dinosauri negli ecosistemi terrestri. E nell’esatto momento in cui in Africa sono arrivate le antilopi provenienti dall’Eurasia, grazie allo scontro delle due placche continentali. La conclusione più plausibile è che le spine si siano evolute come meccanismo difensivo proprio contro questi erbivori altamente efficienti. Erano inutili, invece, per tenere alla larga gli antenati degli elefanti e gli iraci, che per molto tempo sono stati i mammiferi più diffusi in Africa.
Le spine non rappresentano un problema per gli elefanti, ma sono una barriera efficace contro le antilopi (immagine: pixabay)