Ospiti ingombranti
Annibale voleva attraversare le Alpi entro l'arrivo dell'inverno, e aveva una ragione in più afferttarsi: la sua armata comprendeva anche alcune dozzine di elefanti da guerra, che nelle montagne innevate sarebbero stati ancor più fuori posto. Le perdite tra le truppe e gli animali furono considerevoli, ma alla fine l'esercito riuscì ad attraversare la catena montuosa. Dopo un primo, vittorioso, scontro con Publio Cornelio Scipione nel novembre del 218 a.C. (Battaglia del Ticino), le truppe di Annibale al completo affrontarono quelle del console Tiberio Sempronio Longo nella Battaglia del Trebbia. Roma fu di nuovo sconfitta, e una parte del merito va anche ai pachidermi, che nella pianura piacentina riuscirono a imporsi sulla cavalleria romana. Queste imprese sono giunte fino a noi soprattutto grazie agli storiografi Tito Livio e Polibio, ma le loro descrizioni, a volte discordanti, non permettono di stabilire con certezza da dove Annibale abbia fatto passare il suo esercito, elefanti compresi.Due millenni di dibattito
Varie ipotesi per il viaggio intrapreso da Annibale quando ha attraversato le Alpi nel 218 aC. AD (Immagine: Ursus (Own work) Wikimedia Commons)
Annibale avrebbe potuto prendere almeno tre percorsi, ma finora sulle Alpi non è stato trovato nessun manufatto indicativo del passaggio dell'armata. Sia Livio che Polibio descrivono però una frana che avrebbe bloccato l'esercito, costringendo gli ingegneri di Annibale ad aprire un passaggio attraverso di essa. Secondo gli storiografi le rocce che bloccavano erano state trasportate da due distinti movimenti franosi, uno più antico e uno più recente. Un'altra caratteristica chiave descritta nei testi è la presenza di terreno ghiacciato. Nel 2008 William C. Mahaney, professore emerito di geografia alla York University (Toronto), ha cominciato a cercare un valico compatibile con queste caratteristiche identificandolo nel colle delle Traversette, situato nell'alto bacino del Po.
La stessa ipotesi era stata avanzata negli anni '50 del secolo scorso dal celebre embriologo britannico Gavin de Beer e, dopo il ritrovamento della frana, Mahaney si convinse sempre di più che l'eclettico intellettuale aveva visto giusto. In una serie di pubblicazioni successive lo studioso, che al quotidiano inglese Guardian ha confessato di essere motivato dalla sua passione per la storia antica, ha presentato una serie dati compatibili con questo itinerario, tra cui la presenza di vegetazione utilizzabile come foraggio e pozze per abbeverare uomini e animali. Ma dov'era la pistola fumante che dimostrava una volta per tutte il passaggio di Annibale?