Due esemplari di Phyllobates terribilis: il veleno ricopre quasi completamente la sua pelle (Immagine: www.tierlexikon.ch via Wikimedia Commons)
Sappiamo meno, racconta Wills, del fuoco greco, eppure da come ci è stata tramandata la storia della potenza militare di Bisanzio, già nel VII secolo si usavano proiettili incendiari particolarmente efficaci contro la navi di legno. Lo storico Alex Roland ha proposto diverse ipotesi sulla sua composizione. La classicista D’Arcy Wentworth Thompson, invece. ipotizza che la sostanza che già nell'antichità veniva usata per abbattere i cavalli nemici fosse un gas a base di «polvere e la resina o il succo essiccato di Euphorbia resinifera», una pianta diffusa nell'attuale Marocco.
Rappresentazione bizantina del fuoco greco da Codex Skylitzes Matritensis, Biblioteca Nazionale di Madrid (Wikimedia Commons, pubblico dominio)
Non tutto il male viene per nuocere Per tornare al gas lacrimogeno, secondo alcune fonti anche Annibale lo impiegava nelle sue campagne militari. Secondo lo storico A. Dawson, riporta Wills, potrebbe trattarsi di una miscela a base di ammoniaca. Durante la Prima Guerra mondiale, proprio la produzione di ammoniaca ebbe un ruolo centrale, poiché era essenziale per la produzione di munizioni. Il processo di produzione industriale messo a punto negli anni Dieci da Fritz Haber e commercializzato da Carl Bosch, noto appunto come processo Haber-Bosch, permette di produrre grandi quantità di ammoniaca a partire da azoto e idrogeno, in presenza di un catalizzatore a base di ferro.
L'attrezzatura usata da Fritz Haber per ottenere per la prima volta l'ammoniaca con il procedimento che porta il suo nome conservata al Museo Ebraico di Berlino (Immagine: pubblico dominio)
Al termine del conflitto, il processo chimico venne utilizzato con uno scopo diverso: produrre i primi fertilizzanti chimici della storia. Si tratta di una delle più grandi innovazioni dell'agricoltura moderna e uno degli elementi chiave della cosiddetta Rivoluzione Verde degli anni Settanta: la capacità di aumentare la capacità di produrre cibo dei terreni agricoli grazie a un miglioramento delle tecniche di coltivazione e, in particolare, dell'impiego della fertilizzazione.
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