Raccogliere i manoscritti di un grande scienziato non è mai facile. E preservarli dall'azione del tempo è spesso il compito preso in carico dagli storici. Mentre per grandi nomi, come Newton, la ricerca ancora continua, nel caso di Albert Einstein un archivio digitale online, ma non ancora completato, ci riporta con vividezza aspetti pubblici e privati del fisico della relatività.
«I have no special talents. I am only passionately curious.» Non ho talenti particolari. Sono soltanto profondamente curioso.
Parole di Albert Einstein. Che oggi suonano come una specie di invito per quanti di voi fossero curiosi di mettere il naso nei suoi manoscritti originali e coglierne appieno il talento rivoluzionario. Per farlo vi basterà accendere il computer e digitare su un motore di ricerca qualsiasi Einstein Archive Online, il primo sito web con accesso libero e illimitato che raccoglie i manoscritti pubblici e privati dell’Albert Einstein Archive della Hebrew University di Gerusalemme e dell’Einstein Papers Project del California Institute of Technology (Caltech), le due istituzioni che detengono i diritti sulle opere dello scienziato più influente del Ventesimo secolo.
Parole di Albert Einstein. Che oggi suonano come una specie di invito per quanti di voi fossero curiosi di mettere il naso nei suoi manoscritti originali e coglierne appieno il talento rivoluzionario. Per farlo vi basterà accendere il computer e digitare su un motore di ricerca qualsiasi Einstein Archive Online, il primo sito web con accesso libero e illimitato che raccoglie i manoscritti pubblici e privati dell’Albert Einstein Archive della Hebrew University di Gerusalemme e dell’Einstein Papers Project del California Institute of Technology (Caltech), le due istituzioni che detengono i diritti sulle opere dello scienziato più influente del Ventesimo secolo.
Le origini della raccolta
La prima collezione degli scritti di Einstein si deve a Helen Dukas, la segretaria personale dei lunghi anni trascorsi a Princeton. Per alcuni decenni dopo la morte dello scienziato, Helen - con la collaborazione di Otto Nathan, esecutore testamentario di Einstein, e Gerald Holton, storico della scienza di Harvard - prosegue la sua opera di raccolta che alla fine degli anni sessanta darà vita alla prima collezione di scritti originali dello scienziato.
A partire da questa raccolta di opere, nota come "collezione Dukas", nel 1977 John Stachel, fisico e filosofo della scienza alla Boston University, promuoverà l’Einstein Papers Project con l’obiettivo di raccogliere, preservare, tradurre e pubblicare l’intero patrimonio letterario di Albert Einstein. Per farsi un’idea del lavoro affrontato per decenni dai curatori della raccolta, basti pensare che stiamo parlando di più di 80 mila documenti.
Il progetto
I primi frutti del progetto di digitalizzazione di questo patrimonio sconfinato confluiscono il 19 marzo 2003 nella prima versione dell’Einstein Archive Online. Negli otto anni successivi, dal 2003 al 2011, l’archivio online si popola di 3 mila immagini in alta definizione che consentono di "toccare con mano” più di 900 manoscritti originali dello scienziato. All’inizio del 2012, grazie al contributo della Polonsky Foundation, il progetto di digitalizzazione prende nuova linfa e il 19 marzo scorso vengono pubblicati online oltre 2 mila documenti originali, accompagnati dalle note dei curatori dell’Einstein Papers Project.
Questo è, almeno sulla carta, l’obiettivo che si sono imposti di raggiungere per la fine dell’anno i responsabili del progetto di digitalizzazione. Perché in effetti, allo stato attuale, il database, benché dotato di un sistema di indicizzazione accurato, conserva ancora molti “buchi” e potrebbe riservarvi più di qualche delusione.
Non solo E = mc2
Un assaggio delle potenzialità del progetto è rappresentato però dalla galley, nella quale sono stati inseriti alcuni dei manoscritti più significativi della vita dello scienziato. Ed è un Einstein a tutto tondo quello che emerge dalle pagine ingiallite dal tempo, ma rinfrescate dal formato pdf. Accanto alle opere scientifiche, trovano spazio i manoscritti privati, la corrispondenza personale, gli appunti, l'impegno politico, i diari di viaggio. C'è anche la pagella del liceo, che ci consente di sfatare, una volta per tutte, uno dei luoghi comuni più diffusi che riguardano il giovane Albert: cioè, che andasse male nelle materie scientifiche.