Un storia di ritardi
Le missioni di Exomars, che dovevano cominciare nel 2011, sono state ripetutamente rinviate per una serie di motivi tecnici, economici e politici. Inizialmente il programma doveva essere portato avanti proprio in collaborazione con la NASA, ma nel 2012 i tagli al budget hanno costretto l'agenzia americana a sganciarsi dai progetti meno importanti, tra cui proprio Exomars. Da allora è l'agenzia spaziale russa, Roscosmos, a portare avanti assieme all'ESA il programma. E alla fine, il lancio dello scorso marzo ha riacceso l'entusiasmo: se tutto andrà come previsto il prossimo 19 ottobre il satellite TGO entrerà nell'orbita di Marte, mentre Schiaparelli, che si sarà separato qualche giorno prima dal "compagno", tenterà di atterrare. Al saloon dell'ultima chance... Ma il cuore di Exomars è sempre stato il rover, che doveva essere lanciato nel 2018. Il direttore generale dell'ESA Johann-Dietrich Woerner ha spiegato che la sonda non sarebbe stata pronta in tempo, costringendo l'agenzia europea e Roscosmos a rimandare il tutto al 2020, quando la Terra e Marte si troveranno di nuovo in posizione favorevole. In conferenza stampa Woerner ha espresso la sua frustrazione, attribuendo la responsabilità del ritardo alle industrie che non erano riuscite a rispettare le loro consegne. Il problema è che mettere la missione in stand-by per due anni farà levitare i costi, quindi l'ESA si troverà nella paradossale situazione di dover pagare di più del previsto proprio le industrie che non sono riuscite a rispettare le scadenze. Per questo, secondo direttore generale, la missione ora starebbe «bevendo al saloon dell'ultima chance», cioè il suo futuro è sempre meno roseo: «Discuteremo con i principali stati membri coinvolti nel programma [Italia e Regno unito, NdA] e vedremo se e come potremo gestire la situazione. Non sto dicendo che riusciremo a farlo». L'annuncio di Elon Musk Se l'ESA riuscirà a salvare il rover di Exomars, il 2020 sarà un anno molto importante per l'esplorazione di Marte. Sta infatti prendendo forma anche Mars 2020, la nuova missione rover targata NASA e modellata su quella di Curiosity. Ma anche il 2018, pur senza Exomars, potrebbe diventare storico: a fine aprile SpaceX ha annunciato il suo proposito di far atterrare su Marte una capsula Dragon, e il lancio potrebbe avvenire già nel 2018. Da tempo si sapeva che Elon Musk, l'imprenditore alla guida di SpaceX, aveva tra i suoi obiettivi il Pianeta Rosso, e dopo aver trasportato per anni i rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale, la compagnia ha già un contratto con la NASA per cominciare a traghettare anche gli astronauti. SpaceX sta anche provando a recuperare parte dei razzi vettori, una strategia grazie alla quale l'esplorazione spaziale diventerà molto meno costosa.
L'8 aprile, dopo aver spinto verso la ISS una capsula Dragon con i rifornimenti, il primo stadio del razzo vettore Falcon 9 è stato recuperato con successo atterrando su una speciale nave teleguidata
Secondo l'analisi dell'astronomo e divulgatore Phil Plait, il proposito di lanciare nel 2018 una capsula Dragon V2 (ovviamente senza equipaggio) con il nuovo razzo vettore Falcon Heavy, è sicuramente molto ambizioso, ma l'azienda potrebbe avere accumulato le competenze tecniche necessarie per riuscire nell'impresa. Plait spiega che anche gli spettacolari tentativi, non sempre a lieto fine, di recuperare i razzi vettori hanno fornito all'azienda dati che saranno essenziali per far atterrare un'astronave su Marte. SpaceX infatti sta condividendo queste informazioni con la NASA, che a sua volta ha intenzione di raggiungere Marte con un equipaggio umano: chi arriverà prima?
Immagine in apertura: Astrium – E Allouis via ESA
Immagine box: ESA/ATG medialab