Aula di scienze

Aula di scienze

Persone, storie e dati per capire il mondo

Speciali di Scienze
Materie
Biologia
Chimica
Fisica
Matematica
Scienze della Terra
Tecnologia
I blog
Sezioni
Come te lo spiego
Science News
Podcast
Interviste
Video
Animazioni
L'esperto di matematica
L'esperto di fisica
L'esperto di chimica
Chi siamo
Cerca
Science News

Gli anelli di Chariklo

Chi ha detto che solo i pianeti possono avere gli anelli? Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature, l'asteroide Chariklo ne possiede addirittura due.
leggi
Quelli di Saturno sono senza dubbio gli anelli più famosi e appariscenti del Sistema Solare. Ma anche Giove, Urano e Nettuno sono circondati da caratteristici "hula hoop" planetari, composti da detriti di varia dimensione e composizione. Visto che questi quattro pianeti appartengono tutti alla categoria dei giganti gassosi, si potrebbe pensare che un oggetto piccolo come un asteroide, per esempio, non possa fregiarsi in alcun modo di qualche anello. Ebbene, oggi sappiamo che le cose non stanno così. Qualche mese fa, infatti, osservando l'occultazione della stella UCAC4 248-108672 da parte di un asteroide centauro, un gruppo di astronomi ha scoperto che Chariklo, questo il curioso nome dell'oggetto, di anelli ne ha addirittura due. Tutto è accaduto l'estate scorsa. Gli astronomi sapevano che l'asteroide sarebbe stato visibile solo nell'emisfero meridionale, così i più importanti telescopi dell'America Latina attendevano con ansia il suo passaggio davanti alla stella: misurando da diversi luoghi come la luce viene oscurata è infatti possibile risalire alla forma dell'oggetto. Gli scienziati notarono però qualcosa di strano: nella curva di luce dell'evento, l'occultazione principale era preceduta e seguita nel tempo da due coppie di occultazioni più ridotte.
La curva di luce dell'occultazione sui dati del telescopio Danish all'osservatorio La Silla (Cile). La valle al centro del grafico corrisponde all'oscuramento da parte dell'asteroide, mentre le valli più piccole ai lati, etichettate 2013C1R e 2013C2R, corrispondono ai suoi due anelli (immagine: Braga-Ribas et al., Nature, 2014)
Secondo gli astronomi, che hanno appena presentato i loro risultati sulla rivista Nature, questa osservazione indica appunto la presenza di due anelli, uno più vicino a Chariklo, largo circa sette chilometri, e l'altro più lontano, largo 3 chilometri. Sulla loro origine al momento si può solo congetturare: una delle teorie più accreditate è che i frammenti che oggi compongono gli anelli si sarebbero formati a seguito dello scontro di Chariklo con un altro oggetto. In base ai dati spettrografici, gli scienziati ritengono invece che una parte degli anelli sia composta da ghiaccio, aspetto che rende forse azzeccati i nomi informali che gli sono stati affibbiati, Oiapoque e Chuí, due fiumi agli estremi Nord e Sud del Brasile. Quel che è certo è che con i suoi 250 chilometri di diametro Chariklo è davvero minuscolo se confrontato ai quattro giganti che gli orbitano vicino. Ma questo conta poco: l'esclusivo "club" degli oggetti celesti circondati da anelli si è appena allargato.

In apertura una interpretazione artistica degli anelli visti dalla superficie dell'asteroide (immagine: ESO/L. Calçada/Nick Risinger)

Immagine box: ESO/L. Calçada/M. Kornmesser/Nick Risinger

eso1410a
eso1410b
chariklo_ring_profile.png.CROP.original-original

Devi completare il CAPTCHA per poter pubblicare il tuo commento