Lunedì 24 novembre all'Arena del Sole di Bologna sono stati premiati i progetti vincitori del Giardino delle Imprese della Fondazione Golinelli: ecco come'è andata
Le scuole dovrebbero insegnare cultura imprenditoriale? Di certo ne è convinto Marino Golinelli, l'imprenditore e mecenate che con la sua Fondazione da oltre vent'anni porta avanti progetti di diffusione della cultura scientifica. Tra le ultime creazioni della Fondazione Golinelli c'è infatti il Giardino delle imprese, una scuola estiva che quest'anno ha insegnato a 59 studenti al quarto anno delle superiori cosa vuol dire fare impresa sfruttando i prodotti della ricerca scientifica.
Dalla teoria alla pratica
I ragazzi, provenienti da 12 istituti superiori di Bologna, Reggio Emilia, Modena e Forlì, hanno prima affrontato 10 giorni di lezioni teoriche presso il nuovo spazio Le serre dei giardini Margherita a Bologna, poi hanno costituito dei gruppi di lavoro per passare alla fase successiva: lo sviluppo di una vera e propria idea imprenditoriale.
Il tema scelto dagli organizzatori è stato il monitoraggio del sonno, cioè agli studenti è stato chiesto di inventarsi nuovi modi per migliorare la qualità del nostro riposo notturno, e quindi la nostra efficienza e il nostro benessere. Partendo dalle infinite possibilità offerte da nanotecnologie, biotecnologie e neuroscienze, i ragazzi hanno quindi cercato di capire come applicarle sul larga scala grazie alle tecnologie dell'informazione.
MOMmutt e Zyrion
La premiazione dei due progetti vincitori è avvenuta lunedì 24 novembre presso il teatro L'Arena del Sole di Bologna. Sia per fare scienza, sia per fare impresa, è fondamentale saper comunicare e per questo ognuno degli 8 progetti partecipanti è stato introdotto al pubblico con un breve filmato realizzato dai ragazzi che, saliti sul palco, hanno anche dimostrato di sapersi difendere bene dalle divertenti provocazioni del conduttore, il giornalista e scrittore Federico Taddia.
I progetti selezionati dalla giuria sono stati MOMmut, del gruppo Daydreamers (Matilde Zanotti, Patrizio Appi, Francesca Cortini, Lorenzo Chapel, Benedetta Boldrini), e Zyrion, del gruppo sOmnia (Riccardo Gravinese, Francesca Maccarelli, Lorenzo Dall'Olio, Davide Nanni).
MOMmutt è il progetto per un culla intelligente. Grazie a un braccialetto indossato dal neonato e altri sensori è in grado di capire quando il bambino si sta per svegliare, e quindi attuare delle contromisure, per esempio cominciare a suonare la ninna nanna preferita. Il tutto è programmabile e controllabile a distanza grazie a uno smartphone.
Zyrion invece è un braccialetto pensato per monitorare alcuni dei nostri parametri vitali e usarli per modificare l'ambiente casalingo e migliorare il sonno. Per esempio la giusta temperatura è fondamentale per addormentarsi e Zyrion può comandare il termostato e tutti gli altri dispositivi predisposti nelle nostre case sempre più smart.
Lode all'errore
Il premio per i due gruppi è di 8000 euro ciascuno, ma come ha ricordato Antonio Danieli del Trust Eureka che gestisce Il Giardino delle Imprese, il termine premio è improprio: si tratta di un finanziamento che i ragazzi dovranno usare, sempre guidati da esperti consulenti, per portare la loro idea allo stadio di prototipo, e forse anche oltre. Ma cosa dovrebbero pensare questi ragazzi se le la loro idea si rivelasse, per qualche motivo, irrealizzabile? O se non avesse il successo sperato?
Qualche risposta l'hanno potuta carpire dalla Lectio Magistralis di Nassim Taleb, il celebre saggista autore del best-seller Il cigno nero esperto di imprevedibilità. Taleb ha parlato del concetto di antifragilità, descrivendola come la proprietà dei sistemi che si rafforzano dall'incertezza e dagli errori. Secondo Taleb anche l'innovazione tecnologica è antifragile, cioè migliora grazie a tutto quello che è imprevisto, invece che esserne indebolita. È un campo dove quello che è un errore può diventare l'idea innovativa del domani, e anche se questo non si verifica ha sempre la proprietà di irrobustire il sistema.
I nostri inventori del domani quindi dovranno, prima di tutto, imparare a sbagliare.
Immagine in apertura: Fondazione GolinelliImmagine box: Giardino delle imprese