L'alimentazione è fondamentale per avere energia disponibile per compiere tutte le nostre azioni. Ma oltre ai processi del nostro apparato digerente, sono i batteri che ospitiamo al nostro interno a raffinare e a rendere più efficiente questo meccanismo? Uno studio compiuto da ricercatori americani su pesci zebra indica che un gruppo di batteri (Firmicutes) è fondamentale per il corretto assorbimento degli acidi grassi.
Mangiamo una bella pizza fumante o un piatto di pasta condito nella migliore tradizione della cucina italiana e, oltre a godercene i sapori, pensiamo che stiamo ingerendo carburante per il nostro sostentamento. Semplificando, possiamo dire che il processo digestivo trasforma il cibo in energia, un processo che non sarebbe possibile (o sarebbe per lo meno molto poco efficiente) se nel nostro intestino non ci fossero i microbi.
La flora batterica, o microbiota intestinale, ha un ruolo determinante nella digestione di carboidrati complessi: ci aiuta a rompere le catene molecolari che li compongono, favorendo così l’assorbimento delle sostanze nutrienti. Per la prima volta uno studio condotto dalla School of Medicine dell’Università del North Carolina (USA) comincia a fare chiarezza sul ruolo dei microbi nel processo digestivo.
Quel grasso grosso microbo intestinale
I ricercatori americani hanno dimostrato che la presenza di un particolare gruppo di batteri, i Firmicutes, è determinante nel favorire l’assorbimento degli acidi grassi. Gli esperimenti sono stati condotti su esemplari di pesce zebra (zebrafish, Danio rerio) a cui sono stati somministrati acidi grassi resi fluorescenti (vedi foto qui sotto). Se i pesci venivano tenuti a digiuno per alcuni giorni, la quantità di Firmicutes nel loro intestino diminuiva e questo comportava una ridotta capacità di assorbimento. Al contrario, esemplari con una dieta normale mostravano una capacità di assorbimento maggiore.
Importante scoperta, ma con cautela
"Le ricerche indicano che i batteri intestinali", ha dichiarato la leader del team di ricerca Ivana Semova, "possono incrementare la capacità dell’ospite di ricavare calorie dal cibo ingerito stimolando le sue capacità di assorbimento". Potrebbe significare che una presenza massiccia di Firmicutes giocherebbe un ruolo nell’obesità umana. Ma sono solo ipotesi che vanno prese con le dovute pinze. Gli esperimenti, infatti, hanno avuto per soggetti dei pesci e non degli esseri umani. Inoltre, si tratta del primo studio e quindi c’è bisogno di qualche conferma in più.
Ciò non toglie, come sottolinea la stessa Semova, che "se riusciamo a capire completamente in che modo specifici batteri sono in grado di stimolare l’assorbimento dei grassi, forse potremo sviluppare nuovi metodi per ridurne l’assorbimento in pazienti obesi o affetti da disturbi metabolici. Al contrario, è possibile immaginare di stimolarne l’assorbimento in contesti di malnutrizione".