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L’epidemiologia ai tempi di Twitter

L’epidemiologia potrebbe arricchirsi di un nuovo veloce alleato: twitter e gli altri social media. Come è stato nel caso dell’epidemia di colera, scoppiata a seguito del terremoto nel gennaio 2010 a Haiti.
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Twitter come mezzo per avere dati di salute in tempo reale? È quanto accaduto ad Haiti, subito dopo il terremoto del gennaio 2010, e la conseguente epidemia di colera.

Tracciare la diffusione di una malattia potrebbe seguire percorsi e soprattutto metodiche nuovi, ma non per questo meno affidabili. E i social media più usati in tutto il mondo, come twitter, potrebbero essere un valido aiuto per tracciare l’andamento di epidemie che si diffondono in maniera molto veloce. Potrebbe essere questa la lezione imparata ad Haiti, dopo il tremendo terremoto che ha colpito la parte occidentale dell’isola di Hispaniola nel gennaio 2010.
Infatti, a causa delle cattive condizioni igieniche conseguenti al terremoto, una violenta ondata epidemica di colera si è manifestata poco tempo dopo il sisma, portando alla morte di 6500 persone, almeno fino a ora.
Messe in campo tutte le normali azioni di sorveglianza epidemiologica classica, anche la tecnologia dei social media e della rete è entrata in azione per monitorare la diffusione dell’infezione.


Il virione del colera in un'’mmagine di un microscopio a scansione elettronica (Foto: WikiMedia)


Social media e rete al servizio della salute pubblica
Secondo uno studio apparso sull’American Journal of Tropycal Medicine and Hygiene e condotto da studiosi dell’Harvard Medical School assieme al Children’s Hospital di Boston, la rete ha funzionato efficacemente nel fornire dati aggiornati e realistici della condizione sanitaria ad Haiti subito dopo il terremoto: la copertura che può derivare dall’uso della rete, dalle tempistiche immediate, può infatti fornire un quadro della situazione in tempo reale. Inoltre, riesce ad arrivare con largo anticipo rispetto ai dati ufficiali epidemiologici. Due settimane di tempo prezioso per capire e studiare la diffusione e, nel caso, mettere in essere azioni di contenimento.

Abitanti di Port-au-Prince, capitale haitiana, in fila per l’acqua dopo il terremoto del gennaio 2010 (Foto: United Nations)

Una mappatura nel vero senso della parola
I ricercatori hanno usato come supporto di studio Health Map, un motore di ricerca sviluppato dagli stessi scienziati e sviluppatori informatici del Children Hospital di Boston, che crea una vera e propria mappa in tempo reale, in tutto il mondo, delle epidemie sia a livello locale, che a livello globale. Health Map «pesca» dati da aggregatori di news on line, operando per parole chiave in lingue diverse, e ovviamente accoglie segnalazioni spontanee da persone presenti nel luogo e dati da report ufficiali.
A loro volta, i ricercatori dello studio su Haiti hanno posto in correlazione i dati forniti da HealthMap, twitter e i report del governo haitiano nei primi 100 giorni, in modo da incrociare e confrontare come e quando fossero forniti dati epidemiologici dell’andamento dell’epidemia di colera.
Questo caso può essere un esempio fruttuoso di utilizzo di social media per monitorare la salute pubblica.

Un’animazione che presenta come funziona HealthMap (in inglese) (Fonte: Healthmap.org)

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