Il 4 luglio del 2012 verrà probabilmente ricordato dagli storici come il giorno in cui al CERN di Ginevra i portavoce di ATLAS e CMS hanno annunciato la scoperta del bosone di Higgs. Lontano dal clamore mediatico di quei giorni, la comunità dei fisici particellari sta continuando a lavorare sui dati raccolti e le analisi condotte finora sono confortanti e ma per ora deludono quelli che speravano di vedere "nuova fisica".
Lo racconta Micheal Morley in un articolo su Scientific American in occasione, proprio in questi giorni, dell’Hadron Collider Physics Symposium di Kyoto in Giappone. Rispetto a quest’estate, riporta Morley, l’analisi dei dati fin qui condotta ha sostanzialmente confermato quanto già detto nel famoso seminario: le prove sperimentali indicano che il bosone di Higgs è stato osservato al Large Hadron Collider e ha caratteristiche compatibili con quanto previsto dal Modello Standard. Insomma, le previsioni su Higgs sembrerebbero confermate una volta di più.
Niente di nuovo sotto il sole
La piccola delusione, però, deriverebbe dal fatto che la nuova particella osservata è fin troppo aderente alle previsioni. Se fosse stata un po’ diversa da come i fisici se la aspettavano, allora si sarebbero aperte possibilità concrete di «fare nuova fisica». Lo raccontava Fabiola Gianotti, portavoce di ATLAS, in diversi incontri pubblici negli ultimi mesi. Se i risultati di ATLAS e CMS confermano la teoria, allora c’è da essere contenti perché vuol dire che la fisica sviluppata finora è solida. Ma se il bosone di Higgs dovesse avere caratteristiche diverse da quelle attese, allora si aprirebbe una fase ancora «più eccitante, con la necessità di pensare a fisica completamente nuova». Certo, questo avrebbe significato mettere almeno in parte in discussione una teoria molto ben costruita come il Modello Standard, cosa che metteva qualche preoccupazione a Guido Tonelli, ex portavoce di CMS di cui potete leggere anche qui, e a tutti quelli che come lui preferivano sapere che le previsioni erano corrette e confermate.