Un nuovo ceppo influenzale è stato isolato in alcuni suini coreani, e dagli studi si tratta di un virus molto patogeno, recettivo anche per i tessuti corporei umani. L’articolo recentemente pubblicato sui Proceeding of the National Academy of Science (PNAS) inizia così: «è urgente stabilire una sorveglianza epidemiologica mondiale efficiente nei suini per l’influenza di tipo A».
Nuovo ceppo
Young-Ki Choi della Chungbuk National University (Corea del Sud) e Robert Webster del St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis (USA) hanno isolato un nuovo ceppo influenzale del tipo H1N2 da alcuni suini coreani. Questo nuovo ceppo nasce dal riassortimento genetico di tre virus influenzali: umano, aviario e suino. Questi virus fortemente riassortiti sono comparsi per la prima volta negli Stati Uniti nel 1998 e circolano in Corea in maniera silente da almeno 10 anni. Cosa differenzia quindi questo nuovo ceppo? Il fatto di infettare suini che siano apparentemente sani e il fatto che sia possibile il passaggio di specie, dal suino al furetto. Al momento casi umani non sono stati segnalati. Queste caratteristiche sono bastate per allertare l’Organizzazione mondiale della sanità sulla sorveglianza epidemiologica dei virus influenzali.
Lo studio
Quattro virus precedenti al 2009, due del gruppo H1N2 e due del H3N2, sono stati isolati da campioni presi dalla macellazione dei suini e non hanno dimostrato segni di patogenicità particolare. Questo nuovo ceppo invece è stato trasmesso a tre furetti, si è diffuso alle vie aeree dando morte in un caso e negli altri due una malattia polmonare così grave da giustificare l’eutanasia dei soggetti. Inoltre il virus per via aerea è passato alle gabbie di furetti vicini e durante questa trasmissione il virus ha presentato due mutazioni che lo hanno reso più pericoloso per le cellule polmonari umane in vitro rispetto al ceppo di partenza. Lo stesso ceppo mutato inoltre era ancora in grado di diffondersi per via aerea tra suini.
Maiale e furetto ricercati speciali
Il maiale rappresenta un animale «sentinella» dal punto di vista epidemiologico perché recettivo sia a virus tipici suini, a quelli aviari e a quelli umani, e rappresenta l’animale d’elezione per il riassortimento virale. Il furetto invece viene studiato sperimentalmente nella trasmissione virale dal maiale perché come mammifero sembra avere una infezione e sintomi simili a quelli umani.
Le mutazioni
A cogliere di sorpresa i ricercatori sono state soprattutto la veloce trasmissione aerea tra gabbie e la presenza nel nuovo ceppo di due mutazioni. In un secondo tempo infatti sono state introdotte sperimentalmente le due mutazioni nel nuovo ceppo (chiamato Sw/1204), una alla volta, per misurarne affinità per i tessuti umani e patogenicità: entrambe contribuiscono ad aumentare trasmissibilità e virulenza. Non si tratta comunque di mutazioni che aumentano la pericolosità dei virus influenzali fine a se stesse. Successivamente Choi ha provato infatti l’effetto delle stesse mutazioni in un altro ceppo di H1N2 senza ottenere significativi aumenti di virulenza. Devono esserci altre caratteristiche genetiche tipiche del nuovo ceppo che insieme alle mutazioni determinano questo aumento di pericolosità, e il prossimo passo sarà quello di comprenderle meglio.