Uno schermidore mancino è avvantaggiato perché l'avversario non è abituato a parare i colpi da sinistra: ma perché esistono i mancini? (Foto: Wikimedia Commons)
Una simmetria apparente
A dispetto dell’organizzazione simmetrica del corpo umano, quando si tratta del cervello è l’asimmetria a farla da padrone. Non esiste funzione cerebrale - sia essa essere percettiva, cognitiva o comportamentale - per la quale non esista, almeno in una delle sue componenti, una spiccata differenza tra lato destro e sinistro: è il fenomeno della lateralizzazione, un enigma ontogenico con cui gli scienziati cercano da decenni di venire a patti. Questa difficoltà è in parte figlia dell’errata convinzione che la lateralizzazione fosse un privilegio della specie umana e che non esistessero quindi modelli animali sostitutivi. Oggi sappiamo che non è così: i dati raccolti negli ultimi vent’anni dimostrano che l’asimmetria delle funzioni cerebrali non è l’eccezione, ma la norma in praticamente tutto il regno animale.I tre vantaggi della lateralizzazione
Se la lateralizzazione è tanto diffusa, viene spontaneo chiedersi quale sia il suo vantaggio evolutivo. Gli studi nell’uomo e nelle altre specie dimostrano che i vantaggi sono addirittura tre. Primo, l’asimmetria specializza le funzioni di uno dei due emisferi e, di conseguenza, permette di svolgere con maggiore destrezza funzioni percettive o motorie. Questo lo possiamo apprezzare non solo nella specie umana, dove alcune funzioni sono svolte solo da una delle due mani o gambe, ma anche negli uccelli, dove uno dei due occhi è molto più specializzato nella capacità di discriminare gli oggetti. Da questo primo vantaggio deriva il secondo. Quando l’apprendimento di una funzione è incanalato in modo selettivo su uno dei due emisferi, i tempi di reazione diminuiscono drasticamente: nasce così il lato dominante. Il terzo vantaggio è la capacità del cervello di processare in parallelo informazioni che giungono separatamente ai due emisferi, come dimostrato da un esperimento del 2006 in cui è stata valutata la capacità dei pesci Girardinus falcatus di svolgere due funzioni visive contemporaneamente: tenere d’occhio i predatori e procurarsi il cibo. I pesci lateralizzati erano due volte più rapidi ed efficienti nel compiere entrambe le attività rispetto ai compagni non lateralizzati.
Un occhio alla preda e uno al predatore: esperimento di lateralizzazione nel pesce Girardinus falcatus (Immagine: O. Güntürkün and S. Ocklenburg, Neuron 2017)