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Il cervello e i numerali: come la cultura cambia le strutture cerebrali

Leggere 'uno, due' o '1, 2' non è la stessa cosa. Secondo uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience le aree del cervello che si attivano nei due casi sono diversi. In particolare esisterebbe una vera e propria "area dei numerali"
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Leggere 'uno, due' o '1, 2' non è la stessa cosa. Secondo uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience le aree del cervello che si attivano nei due casi sono diversi. In particolare esisterebbe una vera e propria "area dei numerali".

1, 45, 8: secondo il sistema di numerazione arabo questi simboli rappresentano tre numerali. Che ci crediate o no, quando li avete letti si è attivato nel vostro cervello un cluster di circa uno o due milioni di cellule nervose della corteccia cerebrale, posizionate nel giro inferiore temporale, in pochi millimetri quadrati di superficie; quando invece avete letto "tre" o "uno o due", cioè numerali cardinali in italiano, nulla di tutto questo è accaduto. Questo in sintesi quello che hanno scoperto i ricercatori della Stanford University, che hanno appena pubblicato il loro lavoro sulla rivista The Journal of Neuroscience.

Varianti occidentali dei numeri arabi dal libro di Jean-Étienne Montucla, Histoire des Mathématiques, 1758 (seconda edizione del 1798), Tome 1, Planche XI (Immagini: Pubblico Dominio via Wikimedia Commons)

Ben localizzata area del cervello
Gli scienziati del Laboratorio di Neurologia comportamentale e cognitiva diretto dal dottor Josef Parvizi sono giunti alla scoperta quasi per caso, e determinante è stato l’apporto di una studentessa di medicina, Jennifer Shum. Analizzando i dati di un precedente studio aveva notato che durante l’esecuzione degli esercizi di matematica sottoposti ai volontari, si attivava una ben localizzata popolazione di neuroni della corteccia. Il team ha allora progettato un nuovo esperimento per analizzare in dettaglio questo aspetto.
Dal momento che è prassi monitorare costantemente, per un certo periodo, l’attività elettrofisiologica del cervello dei pazienti epilettici in modo da decidere se e come procedere con un intervento chirurgico, Parvizi ha ricercato fra questi quelli dove gli elettrodi dell’eletettroencefalografo (in questo caso a contatto aderenti direttamente alla corteccia invece che al cuoio capelluto) erano stati posizionati nell’area che volevano esaminare. Ottenuti fra questi sette volontari ha preso il via lo studio.

Nonostante il campione ridotto, i ricercatori ritengono di aver provato oltre ogni ragionevole dubbio che esiste effettivamente una regione cerebrale dedicata al riconoscimento dei numerali, posizionata nel giro temporale inferiore (vedi animazione). L’area non si fa "trarre in inganno": in presenza di linee e curve simili a numeri (anche lettere) non si ottiene la stessa risposta che si ha con i numeri veri e propri.

In rosso il giro temporale inferiore CREDITI: By Polygon data were generated by Database Center for Life Science(DBCLS)[2]. (Polygon data are from BodyParts3D[1] via Wikimedia Commons)

Appositamente progettata
Come è potuta evolversi un’area che sembra appositamente progettata per il riconoscimento di una classe molto ben definita di simboli? La risposta è semplice: non si è evoluta, è un altro esempio della stupefacente capacità del nostro cervello di modificare la propria struttura con l’apprendimento. I bambini, infatti, non riconoscono affatto i numerali.

Viene anche da chiedersi come sia potuta rimaner nascosta così a lungo questa "area dei numerali": forse, suggeriscono gli autori, è perché si trova in una sorta di "punto cieco" per la fMRI, risonanza magnetica funzionale, la tecnica che va per la maggiore in questo genere di studi in quanto assolutamente non invasiva. All’atto pratico questa scoperta potrebbe avere notevoli ricadute per quanto riguarda i disturbi dell’apprendimento, a partire naturalmente dalla discalculia.

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