Analizzando i dati che riguardano la galassia di Andromeda, Neil Ibata ha notato che tutte le galassie nane che circondano quella principale ruotano in maniera coordinata e quindi si può dedurre che fanno parte di una stessa struttura e hanno avuto un’origine comune. Si tratta di un risultato importante, in un settore. quello delle origini delle galassie, ben noto agli astrofisici di tutto il mondo. In particolare il comportamento degli oggetti celesti nelle vicinanze di Andromeda sono stati un problema aperto per diversi anni. Comprensibile quindi l’entusiasmo dei ricercatori dell’Osservatorio astronomico di Strasburgo, dove studiano Andromeda da una quindicina d’anni e istituto nel quale Ibata ha fatto la scoperta. Inevitabile pure la pubblicazione di un articolo scientifico sulle pagine della prestigiosa Nature. Solo che Neil ha quindici anni e l’astrofisico, in famiglia, è il papà che lavora, appunto, all'Osservatorio di Strasburgo.
Galeotto fu lo stage
Con la sua scoperta, Neil Ibata si assicura un posto tra i più giovani autori ad aver mai raggiunto la copertina di Nature, quella del numero 493, che recita: Ordine cosmico. Forse nessun altro può vantarsi di averla guadagnata durante un stage. Il padre Rodrigo, che del paper risulta il primo firmatario, voleva semplicemente mostrare al figlio un caso concreto di come si usa la programmazione informatica nel suo lavoro e non fargli rompere la testa su casi astratti o didattici. Così gli ha fatto vedere come funziona un programma scritto in un popolare linguaggio di programmazione, Python, usato anche per la gestione di molti siti e database che frequentiamo sul web. Nel giro di qualche giorno, Neil ha costruito al computer un modello che è riuscito a spiegare in modo chiaro il comportamento delle galassie nane attorno ad Andromeda, mettendo le basi per una rivoluzione in astrofisica. Ai giornalisti di tutto il mondo che lo hanno intervistato, Neil ha detto che si è trattato di un «colpo di fortuna del principiante». Sta di fatto che dalla misura della distanza e velocità di spostamento delle galassie prese in esame è stato proprio Neil a ricavarne un modello informatico che potesse spiegarne il comportamento. "Battendo" papà e dei colleghi che ci lavoravano da quindici anni.
Una scoperta importante
C’è chi lo ha paragonato ad Einstein e chi lo ha soprannominato "Milky Way Kid", il ragazzo della Via Lattea. Al di là del clamore dei media per la sua precocità, comprendere che un certo numero di oggetti celesti si muove in maniera coordinata e, quindi, può ragionevolmente essere considerato un’unica entità può rivelarsi uno snodo determinante nella nostra comprensione della formazione delle galassie stesse. E dato che da esse hanno origine tutti gli oggetti dell’universo significa cercare comprendere un po’ meglio come si sono formati stelle e pianeti, Terra compresa. Neil ha dichiarato che sicuramente si dedicherà alla scienza una volta terminata la scuola. Rispetto ai suoi futuri compagni di università o a giovani colleghi di lavoro in un istituto di ricerca avrà comunque un vantaggio: quella copertina di Nature del gennaio 2013...