Aula di scienze

Aula di scienze

Persone, storie e dati per capire il mondo

Speciali di Scienze
Materie
Biologia
Chimica
Fisica
Matematica
Scienze della Terra
Tecnologia
I blog
Sezioni
Come te lo spiego
Science News
Podcast
Interviste
Video
Animazioni
L'esperto di matematica
L'esperto di fisica
L'esperto di chimica
Chi siamo
Cerca
Science News

Il pianeta della stella accanto

Il pianeta extrasolare più vicino? Orbita attorno ad Alpha Centauri B
leggi

A quanto pare gli astronomi non amano le mezze misure. Dopo la scoperta della galassia più lontana, è di qualche giorno fa l’annuncio della scoperta del pianeta esterno al sistema solare più vicino mai osservato finora. Gli astronomi dello European Southern Observatory (ESO) lo hanno scovato in orbita intorno ad Alpha Centuri B, una stella che insieme ad Alpha Centauri A e a Proxima Centauri fa parte del sistema chiamato Alpha Centauri, che si trova a una distanza di appena 4,3 anni luce dal Sole. La scoperta, pubblicata sull’ultimo numero di Nature, è di quelle sensazionali non solo perché riguarda l'esopianeta più vicino al sistema solare mai individuato, ma anche perché per la prima volta si parla di un pianeta con una massa quasi identica a quella della Terra che orbita intorno a una stella simile al Sole.

Alpha Centauri A è la stella più luminosa a sinistra (fonte: Wikimedia Commons)

La ricerca di esopianeti è uno dei settori più vivi dell’astronomia moderna. Attualmente si conoscono 843 pianeti intorno ad altre stelle e il numero continua a crescere. La maggior parte di questi sono giganti gassosi simili a Giove, ma esiste una buona percentuale di pianeti rocciosi con dimensioni e massa paragonabili a quelle della Terra. Ed è proprio questo l’identikit del pianeta finito nel mirino dell’equipe europea di astronomi.

La scoperta è avvenuta osservando le impercettibili oscillazioni della stella provocate dall’interazione gravitazionale con il pianeta stesso. Pur essendo molto piccolo rispetto ad Alfa Centauri B, il pianeta esercita infatti un’attrazione gravitazionale sulla stella, modificandone leggermente il moto nello spazio. Stiamo parlando di oscillazioni che hanno una velocità di circa mezzo metro al secondo, più o meno come quelle di un altalena che sta per fermarsi, rivelate però su un oggetto grande come la Terra che si trova a 40 mila miliardi di chilometri di distanza. Per coglierle gli scienziati si sono serviti dell’High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher (HARPS), uno spettrografo installato sul telescopio da 3,6 metri di apertura dell’Osservatorio ESO di La Silla in Cile. Questa tecnica è molto precisa ed è la stessa che il team ha utilizzato per scoprire il primo pianeta extrasolare nel 1995.

Il telescopio ESO di La Silla che ha permesso la scoperto (fonte: S. Brunier/ESO)

I dati di HARPS ci dicono che la massa del pianeta è più grande di quella della Terra solo del 10%. Siamo di fronte cioè al pianeta extrasolare più leggero mai scoperto intorno una stella di tipo solare. Quanti volessero già mettersi in viaggio verso il pianeta alieno dovranno però raffreddare il proprio entusiasmo, non solo perché con le attuali tecnologie si impiegherebbero circa 28 mila anni per raggiungere Alpha Centauri, ma anche perché la temperatura sulla sua superficie si aggira attorno ai 2000 gradi centigradi. Il pianeta ruota infatti a “soli” 6 milioni di chilometri di distanza dalla sua stella, circa un decimo della distanza che separa Mercurio dal Sole. Troppo vicino, a tal punto che che lassù un anno dura tre giorni terrestri.

Sebbene il pianeta non sia dunque nella cosiddetta fascia di abitabilità, gli scienziati restano fiduciosi, perché spesso i pianeti piccoli, come quello appena scoperto, fanno parte di sistemi stellari che ospitano molti pianeti. E chissà allora che un pianeta adatto alla vita non ruoti proprio intorno a una delle stelle nostre dirimpettaie. Data la distanza estremamente ridotta di Alpha Centauri, in futuro gli scienziati potranno dare la caccia a un pianeta del genere usando addirittura immagini dirette. È quello che sarà in grado di fare, per esempio, il telescopio europeo E-ELT (European Extremely Large Telescope), che entrerà in funzione tra una decina d’anni. Terrestri, purtroppo.

Devi completare il CAPTCHA per poter pubblicare il tuo commento