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Il pisolino che allunga la vita

Gli animali vanno in letargo per risparmiare energie, ma qualcuno ricorre al torpore anche per superare periodi di carestia. Una ricerca fa luce su queste strategie metaboliche, correlate anche ai processi di invecchiamento.
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Nei mesi che precedono l’inverno i mammiferi che vanno in letargo sono impegnati in una corsa contro il tempo. Tassi, orsi, ghiri e marmotte devono accumulare abbastanza riserve di energia per resistere fino a primavera. I nati a fine estate hanno meno tempo per farlo e partono quindi svantaggiati, ma possono ricorrere a qualche trucco. Uno studio pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B. e dedicato ai quercini, simpatici roditori ibernanti che abitano le foreste dell’Europa, ha rivelato che sonnellini più frequenti aiutano gli ultimi nati ad accumulare grasso corporeo e a superare meglio i mesi sfavorevoli. I ricercatori hanno anche trovato una correlazione tra il tempo trascorso a temperature più elevate e l’invecchiamento. Torpore strategico Durante l'ibernazione, i quercini entrano in uno stato di torpore per risparmiare energia e acqua. In questa condizione, il loro tasso metabolico si riduce e la loro temperatura corporea cala sensibilmente. Una strategia che a quanto pare viene usata anche dai giovani nati a fine stagione per far fronte alla penuria di cibo.

Un giovane quercino (Eliomys quercinus). Uno studio ha rivelato che i piccoli nati a fine stagione ricorrono al torpore per risparmiare energie e accumulare più grasso in vista dell’inverno, una strategia che rallenta anche i processi di invecchiamento (immagine: Wikimedia Commons)

I ricercatori hanno confrontato due gruppi di questi cuccioli ritardatari, uno con libero accesso al cibo, l’altro nutrito a giorni alterni. I quercini costretti al digiuno rimanevano in uno stato di torpore per molto più tempo – misurabile grazie a sensori collocati nei nidi in grado di rilevare il forte calo di temperatura associato al torpore. Lunga vita ai dormiglioni Un modo molto efficace per mantenere elevati tassi di crescita e accumulare sufficienti riserve di grasso. Ma anche - ed è questo forse il dato più interessante - per allungarsi la vita. Nel loro studio, i ricercatori hanno fornito la prima prova di un legame funzionale tra il tempo trascorso ad alta temperatura del corpo (eutermia) e i processi di invecchiamento durante l’inverno. L’eutermia, che è la temperatura normale o fisiologica, è infatti collegata all’accorciamento dei telomeri (le porzioni terminali dei cromosomi), un noto indice di invecchiamento. Torpore e letargo, quindi, allungano la vita. In fondo le modelle l’hanno sempre saputo: il segreto della loro bellezza – e magari anche longevità - è dormire almeno 10 ore al giorno.   Immagine banner in evidenza: Wikimedia Commons Immagine box in homepage: Wikimedia Commons
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