Un pezzo di malta dai Mercati di Traiano studiato dai ricercatori (Immagine: Roy Kaltschmidt, Berkeley Lab)
Un gruppo di ricercatori ha ricostruito la ricetta della malta romana a partire da campioni dei Mercati di Traiano e ha poi usato il sincrotrone Advanced Light Source di Berkeley (California) per studiare il materiale con la tecnica della diffrazione a raggi X. Il segreto di questa malta è che al suo interno si formano dei cristalli di strätlingite, un silicato di calcio e alluminio, che impediscono la propagazione delle fratture. Secondo gli autori questi cristalli hanno svolto la stessa funzione delle fibre che oggi sono aggiunte come additivi alla normale malta, come la fibra di vetro.
Copiare dai romani per aiutare l'ambiente
Oggi la malta viene realizzata perlopiù usando il cemento di Portland, così chiamato per la sua somiglianza con l'omonima pietra calcarea. Si tratta di un ottimo cemento e si usa in tutto il mondo, il problema è che ha un impatto ambientale devastante. Per la sua produzione sono necessarie temperature di quasi 1500 °C e sono emessi molti gas dannosi, tra cui una certa quantità di anidride carbonica, a cui naturalmente bisogna aggiungere quella prodotta indirettamente per alimentare il processo. Per realizzare una malta simile a quella dei romani bastano invece temperature di 900 °C per la calce, ma la maggior parte del volume (circa l'88%) è costituita da ceneri e altro materiale vulcanico che sarebbe praticamente pronto all'uso. Secondo i ricercatori, che hanno pubblicato a dicembre la loro ricerca su Pnas, dovremmo quindi prendere esempio dalla malta romana per inventare nuovi materiali da costruzione amici dell'ambiente.
Immagine in apertura: Bert Kaufmann from Roermond, Netherlands [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], via Wikimedia Commons
Immagine box: Roy Kaltschmidt, Berkeley Lab
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Dalla Roma imperiale la ricetta di un eccezionale materiale da costruzione da cui dovremmo prendere spunto