
Uno screenshot del video che illustra il drone-medusa in volo. L'intero video è visibile
qui, sulla pagina web della rivista Science
Se volete progettare un dispositivo in grado di volare, la cosa più immediata da fare è prendere ispirazione dalla natura e cercare di mimare il meccanismo che tiene in volo uccelli e insetti. Seguendo questo principio, sono state progettate ad oggi numerose generazioni di droni in grado, in modo più o meno efficiente, di spostarsi in volo. Ma un dispositivo che mimi il frullare delle ali di un insetto non è sufficiente per permettere a un oggetto di “volare”, nel senso più ampio ed elegante del termine: questo genere di droni richiede una serie di accorgimenti che permetta di stabilizzarne continuamente la posizione in volo. L’aggiunta di motorini, sensori e batterie, pur migliorandone la stabilità, aumenta in modo considerevole il peso dei droni, limitandone molto la versatilità di design.
Per costruire droni sempre più piccoli e leggeri, l’ottimizzazione dei design esistenti rischia quindi di condurre a un vicolo cieco la tecnologia del settore: quello di cui c’è veramente bisogno è un cambio drastico di direzione. Quando si è trovato di fronte a questo problema,