Santorini è uno delle isole e dei luoghi più affascinanti del Mediterraneo e deve gran parte della sua bellezza alla natura vulcanica che ha lasciato in eredità paesaggi mozzafiato. Studi recenti cominciano a ravvisare nel vulcano quiescente segnali di attività da tenere monitorati.
Intorno al 1600 a.C. il mondo conobbe una delle più potenti eruzioni mai registrate in tempi storici. Fu un'eruzione talmente potente che in molti pensano abbia ispirato diverse mitologie, e che di certo ebbe un impatto devastante sulla civiltà minoica, tanto che questo cataclisma è appunto noto come "eruzione minoica". Il luogo di quel disastroso evento, con la sua caldera (la parte rimanente del cratere vulcanico), ora offre ai turisti paesaggi da cartolina ed è diventata una delle famose "perle" dell'Egeo. Stiamo parlando di Santorini.
Il vulcano di Santorini si sta svegliando?
Come nel caso del Vesuvio, però, l'attività geologica sembra non avere alcun riguardo per l'economia locale. Infatti, in entrambi i casi, il vulcano non è affatto spento ma solo in fase quiescente. Da quello che emerge da un nuovo studio tutto sommato i partenopei possono ritenersi quasi fortunati: la caldera del vulcano dell'arcipelago di Santorini si sta riempiendo, e i segnali sono inequivocabili.
La ricerca condotta da un team internazionale guidato da Andrew V. V Newman (Georgia Tech - School of Earth and Atmospheric Sciences) e attualmente in corso di pubblicazione su Geophysical Research Letter rivela che a Santorini da gennaio 2011 hanno cominciato a succedersi sciami sismici.
Inoltre, dato ancora più rilevante, è ormai evidente una marcata deformazione del vulcano in senso radiale. Si stima che il tasso di espansione sia quasi due centimetri l'anno in senso laterale, e che volumetricamente la caldera, che si trova a circa quattro chilometri di profondità, sotto l'azione del magma si sia espansa di ben 14 milioni di metri cubi. In pratica è come se la caldera di stesse espandendo verso l'esterno. Le frecce dell'animazione che vi proponiamo di seguito indicano le direzioni della deformazione.
GPS per ottenere i dati
I dati, ottenuti grazie ai rilevamenti di 19 postazioni GPS mobili assieme a 5 fisse, ormai in grado di portare alla luce anche le più piccole deformazioni, indica che il vulcano è decisamente uscito dalla fase di quiescenza.
Così descritta la situazione non è certamente rassicurante, ma si può quantificare il rischio? Gli autori su questo non si sbilanciano:
Anche se deformazioni di questo tipo non hanno precedenti a Santorini, non è certo che ci sia una eruzione imminente, dal momento che altre caldere hanno sperimentato espansioni simile senza che poi ci fosse un'eruzione.
Quello che invece è certo da prevedere sono le conseguenze che si avrebbero con una nuova eruzione a Santorini. Conoscendo la tipologia di vulcano e conoscendo i precedenti (l'eruzione minoica è solo una di una lunga serie), è facile prevedere che un'altra eruzione avrebbe conseguenze drammatiche per l'isola e per la popolazione che ormai popola uno dei posti più affascinati del Mediterraneo.