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La zecca senza più segreti

Sequenziato il genoma del principale vettore della malattia di Lyme. La scoperta potrebbe aprire la strada a una più profonda comprensione della biologia di questa zecca
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Sono serviti dieci anni e la collaborazione di 93 scienziati provenienti da 46 istituti diversi ma alla fine un altro genoma è stato sequenziato. Si tratta del genoma di Ixodes scapularis, comunemente nota come zecca dei cervi o zecca dalle zampe nere. Segni particolari di questa zecca? Essere il principale vettore del batterio Borrelia burgdorferi, responsabile della malattia di Lyme. Come riporta Nature Communications, l'aver ottenuto la sequenza del genoma di questa zecca aiuterà a comprenderne meglio la biologia, ancora poco nota.  

Un genoma bello grosso

Sequenziare il genoma della zecca dei cervi non è stata impresa facile. I ricercatori, infatti, si sono trovati di fronte un genoma complesso e di grandi dimensioni, uno dei genomi di artropode più grande conosciuto ad oggi. La ragione di queste dimensioni generose è da ricercare soprattutto nel grande numero di sequenze ripetitive di DNA presenti negli introni analizzati. Confrontando il genoma di questa zecca con quello di altri artropodi e animali è emersa un'altra particolarità. L'organizzazione "architettonica" dei geni di zecca è molto più simile a quella dei mammiferi piuttosto che a quella degli insetti e questo suggerisce che, mentre gli insetti hanno subito numerosi cambiamenti nella struttura dei loro esoni e introni, i geni dei mammiferi e quelli di zecca hanno mantenuto una struttura genetica più simile a quella dell'antenato comune a tutti gli animali.  

Un problema di salute pubblica

La zecca dei cervi deve la sua popolarità alla malattia che diffonde, identificata negli anni '70 negli Stati Uniti nell'area di Lyme (nel Connecticut, nel nordest della nazione), dalla quale ha preso il nome. La malattia di Lyme è causata da un batterio appartenente alla famiglia delle spirochete, il Borrelia burgdorferi (qui un bell'articolo del New York Times dedicato al suo scopritore, Willy Burgdorfer), che vive da parassita nell'organismo delle zecche, che a loro volta possono trasmetterlo all'uomo e ad altri animali. L'infezione avviene quando la zecca, per nutrirsi del sangue della sua vittima, pratica una piccola ferita sulla cute nella quale riversa saliva infetta. Nonostante non sia fatale, la malattia di Lyme può trasformarsi in un'infezione debilitante con conseguenze croniche se non trattata tempestivamente, cosa piuttosto difficile dato che i suoi sintomi iniziali si confondono spesso con quelli di una comune influenza. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che solo in Europa siano circa 85.000 i nuovi casi registrati ogni anno, mentre negli Stati Uniti, dove la malattia è endemica in ormai 15 stati, si pensa possano essere oltre 300.000.

Eritema cutaneo "a bersaglio" o ad "occhio di bue" tipico delle fasi iniziali della malattia di Lyme. (Immagine: Wikipedia)

 

Una crepa nel muro

L'aver completato il sequenziamento del genoma del principale vettore di questa malattia avrà conseguenze importanti nella comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nella sua trasmissione, molti dei quali ancora completamente sconosciuti. Una prima analisi del genoma ha permesso agli scienziati di individuare le proteine fondamentali per la relazione parassita/ospite (tra spirochete e zecca, in questo caso) ma non solo. Un'occhiata attenta al genoma della zecca dei cervi, infatti, ha permesso di capire l'affascinante complessità della sua saliva, che contiene sostanze antidolorifiche, anticoagulanti e addirittura immunosoppresori: un vero e proprio mix perfetto che permette alla zecca di nutrirsi indisturbata del sangue dell'ignaro ospite per giorni o settimane. Il passo successivo sarà quello di utilizzare queste informazioni per elaborare strategie in grado di interferire con questo processo.   Immagine box apertura: Dr Andrew Nuss  Immagine banner in evidenza: California Department of Public Health
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