L'esame del reperto
Incuriosito, Chiarenza ha chiesto e ottenuto dal museo il permesso di analizzare il reperto insieme al collega Andrea Cau, ricercatore presso l’Università di Bologna e protagonista di un'altra riscoperta (come raccontiamo in questo video). I due paleontologi hanno scoperto così che l'osso apparteneva a una specie sconosciuta di abelisauro, un grande dinosauro carnivoro risalente a circa 95 milioni di anni fa. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica PeerJ e la notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo.Chi erano gli abelisauri?
Gli abelisauridi erano un gruppo di dinosauri predatori che tra il Giurassico medio (circa 176 milioni di anni fa) e il Cretaceo superiore (circa 66 milioni di anni fa) popolavano i continenti meridionali formatisi con la frammentazione della Gondwana. Possedevano zampe anteriori molto ridotte, un muso corto dotato di denti piccoli e affilati, una lunga coda e poderosi arti posteriori composti da tre dita. Forse erano anche ricoperti da soffici piume. Nell’aspetto ricordavano quindi una versione ridotta del più famoso tirannosauro, che visse poco dopo nell’attuale Nord America.Un abelisauro oversize
Il femore oggetto dello studio fa parte di una collezione privata donata nel 2005 al Museo Gemmellaro di Palermo e proviene dai "Letti del Kem Kem", una formazione sedimentaria risalente al Cretaceo che si trova nella regione di Taouz, nella provincia di Errachidia, in Marocco, vicino al confine con l'Algeria. Secondo i paleontologi, doveva appartenere a uno dei più grandi esemplari di abelisauro mai rinvenuti, con una lunghezza di circa nove metri e un peso di due tonnellate. Altri abelisauri più piccoli sono stati trovarti in precedenza, ma questo reperto fornisce una nuova misura delle eccezionali dimensioni che potevano raggiungere.
I frammenti del femore di abelisauro oggetto dello studio e conservato al Museo Geologico e Paleontologico Gemmellaro di Palermo (immagine: Alessandro Chiarenza e Andrea Cau)