Schema di funzionamento del nuovo sistema di classificazione Immagine: Haitham Marakeby et al. PloS, 2014
Secondo gli autori è naturalmente cruciale definire bene le soglie di similarità tra le sequenze che le cifre nelle 24 posizioni del codice devono rispecchiare, in modo che il sistema riesca a evidenziare le differenze più significative, ma dalle prime prove condotte su alcune decine di batteri gli scienziati sono convinti che questo sistema, se implementato, potrebbe affiancare quello tradizionale, riempiendo efficacemente il sostanziale "vuoto normativo" che interessa i livelli inferiori alla specie. I vantaggi sarebbero appunto evidenti in particolare per il mondo dei procarioti, dove in assenza di una vera classificazione condivisa le migliaia di nuovi ceppi scoperti vengono oggi nominati in maniera pressoché arbitraria, senza che dai nomi emerga alcuna informazione sulla diversità all'interno di ogni gruppo.
In apertura, una collezione di coleotteri del Museo di Melbourne (Australia). Immagine: Fir0002 via Wikimedia Commons
Immagine box: Haitham Marakeby et al. PloS, 2014
Linneo, fai un po' di spazio...
Nell'era genomica possiamo ancora basarci solo sul sistema di classificazione varato dal Linneo, o dobbiamo cercare qualche aiuto nell'informatica?