I cambiamenti climatici stanno modificando gli ecosistemi dell'intero pianeta, ma per rendersene conto non è necessario salire su un ghiacciaio: a volte basta salire sul tetto. Una ventina di anni fa Ole Karsholt e Jan Pedersen, impiegati del Museo di Storia Naturale di Copenhagen, hanno cominciato a campionare metodicamente farfalle e coleotteri sul tetto del loro luogo di lavoro. Grazie alla loro dedizione, ora sappiamo qualcosa in più sugli effetti che può avere il riscaldamento globale sulle comunità ecologiche.
L'importanza dei monitoraggi a lungo
Karsholt e Pedersen sono esperti entomologi responsabili delle collezioni del museo, ma quando hanno deciso di cominciare a catturare gli insetti che ne visitavano il tetto non avevano in mente un preciso obiettivo di ricerca, né cercavano di dimostrare un'ipotesi scientifica. Sapevano però dell'importanza dei monitoraggi a lungo termine, che in Danimarca (come in tutto il mondo) sono enormemente sottofinanziati: la loro passione per il campionamento e l'identificazione degli insetti poteva produrre una serie di dati che un domani sarebbero tornati utili. E così è stato.
18 anni di dedizione
Le visite al tetto del museo sono cominciate nel 1992, proprio l'anno in cui a Rio de Janeiro i popoli della Terra cominciavano a cercare una soluzione comune ai cambiamenti climatici. La fototrappola che hanno installato è stata ispezionata tutte le settimane per 18 anni e tutti i coleotteri e i lepidotteri catturati venivano poi identificati e contati. Il team all'inizio comprendeva anche l'esperto di coleotteri Michael Hansen, ma dopo la sua prematura scomparsa nel 2000 il lavoro è stato portato avanti da Jan Pedersen.
Grazie a questo lavoro certosino, sono stati identificati ben 254 080 esemplari appartenenti a 1543 specie, pari al 42% dei lepidotteri e al 12% dei coleotteri diffusi in Danimarca. I dati raccolti da Karsholt e Pedersen ora sono stati analizzati da altri ricercatori, che hanno pubblicato i loro risultati su Journal of Animal Ecology. Secondo gli scienziati è evidente il cambiamento delle specie campionate in risposta alla temperatura: in particolare per le specie specialiste si osserva un netto aumento degli insetti normalmente a diffusione più meridionale, che tendono a sostituire quelli più amanti del freddo. Nonostante si tratti solo di un tetto, questi dati sono in perfetto accordo con gli studi che hanno indagato gli effetti del riscaldamento globale sulla biodiversità a una scala molto più ampia.
Gli effetti sulla biodiversità
Secondo Peter Søgaard Jørgensen, tra gli autori dello studio: «I risultati confermano che il cambio climatico sta già colpendo la biodiversità. Non è qualcosa che accadrà in un lontano futuro o solo se raggiungiamo un aumento di temperatura di due gradi». Un altro autore, Philip Francis Thomsen, invece, ha dichiarato: «Il monitoraggio a lungo termine, anche senza uno scopo predefinito, è di inestimabile valore quando si cerca di comprendere e prevedere i cambiamenti della biodiversità in un mondo in continuo mutamento. Il monitoraggio delle specie però non è prioritario in Danimarca e viene effettuato principalmente da appassionati guidati dal loro personale interesse. Senza queste persone saremmo praticamente all'oscuro della maggior parte delle specie in Danimarca. Lo stesso è probabilmente vero per molti dei paesi europei. Speriamo che questo studio possa rimettere il monitoraggio della natura nell'agenda politica».
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