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L’unicità dei minerali terrestri

Molti dei minerali trovati sulla Terra sono rari o rarissimi. La loro formazione è frutto di una combinazione unica e irripetibile di fattori chimici, fisici e biologici.
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I biologi affermano spesso che l’evoluzione della vita sulla Terra è unica e irripetibile. Anche potendo riavvolgere il nastro dell’evoluzione, sarebbe impossibile ottenere gli stessi organismi che osserviamo oggi e che sono apparsi nelle epoche passate. Il nostro pianeta possiede però un’altra ricchezza che non ha eguali nel cosmo: quella mineralogica. Un team di ricercatori guidati da Robert Hazen della Carnegie Institution ha pubblicato sulla rivista Earth and Planetary Science Letters un articolo che fa luce sulle origini di questa straordinaria diversità minerale. Geologia e biologia sono i grandi scultori Le specie minerali sono il prodotto di combinazioni uniche di elementi chimici e strutture cristalline. Attività geologiche come le eruzioni vulcaniche, la tettonica delle placche e le interazioni tra acqua e roccia creano le particolari condizioni chimico-fisiche per la loro formazione. Ma secondo Hazen, oltre i due terzi dei quasi 5000 minerali noti derivano direttamente o indirettamente dall’attività biologica. Circa 2,4 miliardi di anni fa, la fotosintesi batterica ha aumentato notevolmente la concentrazione di ossigeno in atmosfera, innescando molte reazioni chimiche di ossidazione.
I banded iron bed (orizzonti ferriferi a bande), come questo situato nel Karijini National Park in Australia, sono una testimonianza della precipitazione di ossidi ferrosi - magnetite o ematite, alternate a letti di selce e argilla - in seguito al rilascio di ossigeno da parte dei primi cianobatteri fotosintetici (Immagine: Wikimedia Commons).
I minerali rari sono più numerosi di quelli comuni I minerali tuttavia non sono uniformemente distribuiti sulla superficie della Terra. Utilizzando modelli statistici e database mineralogici, i ricercatori hanno scoperto che la probabilità che un minerale sia presente in una sola località è molto alta, circa il 22%, e la probabilità di trovarlo in un numero di luoghi compreso tra 2 e 10 è di circa il 65%. La rarità è quindi più la regola che l’eccezione. Tant’è vero che secondo i geologi mancano all’appello ancora 1500 minerali che attendono di essere scoperti, e centinaia di altri sono stati distrutti per sempre dall’erosione, dalla subduzione e da altri fenomeni geologici durante le ere passate.

La painite (qui tagliata in gemma) fu scoperta in Myanmar nel 1950 ed è uno dei minerali più rari del mondo. Il suo prezzo si aggira sui 60 000 dollari per carato (Immagine: dragkamen.ru).
Unici come la vita In particolare resta da scoprire quasi il 35% dei minerali di sodio, perché in oltre la metà dei casi sono di colore bianco (confondibili con altri), poco cristallizzati o solubili in acqua. Invece i minerali di rame e magnesio non ancora scoperti sono meno del 20%. Belli e rari, i minerali terrestri rispondono alle stesse leggi del caso e della necessità che hanno guidato l’evoluzione della vita. In un ipotetico re-play della storia della Terra, molti sarebbero diversi da come li conosciamo oggi e impossibili da trovare in altre parti dell’Universo.   Immagini banner in evidenza e box in homepage: Eugenio Melotti  
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