Unfortunately, for some people, the universe is above their heads. We need to do something about that.
Neil deGrasse Tyson via Twitter
Neil deGrasse Tyson, celebre astrofisico e divulgatore, ha messo a segno un punto fondamentale entro i tassativi 140 caratteri di Twitter: l’Universo non è quello che ci sta intorno, e ancor meno quello che sta sopra le nostre teste. L’Universo è tutto, noi compresi.
Naturalmente, se vogliamo comprenderlo, esiste una e una sola strada praticabile, ovvero quella della scienza. All’interno di questa, astronomia e fisica hanno avuto un ruolo di primo piano per estrarre le leggi fondamentali che ci governano, ed è senz’altro a queste che dobbiamo rivolgerci quando contempliamo sia le distanze siderali, sia il mondo subatomico. Noi siamo, come afferma il biologo evoluzionista Richard Dawkins, una specie che vive in un Mondo di Mezzo, con sensi ed esperienze limitate che non hanno alcuna speranza di carpire i segreti del Cosmo senza essere amplificati da queste discipline, appunto, Universali.
Quest’anno in particolare, tra il Nobel per la scoperta dell’Universo in accelerazione, neutrini (forse) superluminali, e cauti ottimismi sul Bosone di Higgs, è stato memorabile, ma non bisogna dimenticare quelle famose «spalle dei giganti» sulle quali gli scienziati, di secolo in secolo, salgono (e continueranno a salire) per vedere più lontano.
Un corso accelerato su questa «arrampicata» lo si può trovare fra le pagine del libro 50 grandi idee - Universo (Dedalo, 2011) della fisica Joanne Baker che da poco fa capoline nelle librerie.
Il viaggio alla scoperta dell’Universo parte dalla definizione di pianeta, e prosegue naturalmente con la seconda grande idea: l’eliocentrismo. Con le doverose semplificazioni, tutto parte da qui: la Terra è un pianeta che ruota intorno al Sole come gli altri del suo sistema, che non ha alcuna nessuna posizione di privilegiata nel Cosmo. La strada, ora, è spianata: da Newton a Hawkings passando (ovviamente) per Einstein, ogni grande idea getta le basi per un’altra e attinge a piene mani dalle precedenti.
Oltre all’agile glossario, di grande aiuto alla comprensione del testo, che segue il format collaudato della serie 50 grandi idee, sono le citazioni che accompagnano la lettura: qui, giganti della scienza come Darwin e Carl Sagan condividono lo spazio con artisti come Shakespeare e Virginia Woolfe, i cui vividi aforismi accendono l’immaginazione del lettore riguardo a quei fenomeni che i nostri sensi sono troppo imperfetti per apprezzare. Ad esempio, il capitolo (idea) 30 è accompagnato da una citazione di Ezra Pound (pag. 123): «L’immagine è più di un’idea. È un vortice, un ammasso di idee fuse tra loro, ed è dotato di energia».
La cinquantesima idea, a chiusura del volume, affronta il Paradosso di Fermi. Le distanze siderali rendono impossibile un contatto con un’altra specie senziente, ma i nostri radiotelescopi dagli anni ’60 sono in ascolto: possibile che siamo soli nell’Universo? Anche in questo caso le idee precedenti ci spronano a cercare una risposta: «Il Sole è una tra i cento miliardi di stelle della nostra galassia. La nostra galassia è una tra i miliardi di galassie che popolano l’Universo. Pensare che siamo gli unici esseri viventi in questa smisurata immensità sarebbe il massimo della presunzione» (Wernher von Braun, pag. 203).