I puntini gialli mostrano tutte le misure di temperatura dell'oceano al largo della costa di Washington dal 1970 al 2013. I triangoli verdi sono i luoghi in cui scienziati e pescatori hanno visto colonne di bolle. Le stelle indicano le misurazioni effettuate dai ricercatori dell'Università di Washington per verificare se i pennacchi sono dovuti al riscaldamento dell'acqua (immagine: Una Miller/UW)
Abissi gasati
«Calcoliamo che ogni anno al largo della costa di Washington venga rilasciata una quantità di metano equivalente in volume alla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico nel 2010», ha detto Evan Solomon dell’Università di Washington, che ha preso parte alla ricerca.
Un’immagine sonar che mostra bolle di metano in risalita dal fondale al largo della costa di Washington. La base della colonna si trova a 515 metri di profondità e l’apice a 180 metri (immagine: B. Philip / Univ. of Washington)
Nel periodo1970-2013, stimano i ricercatori, ben 4 milioni di tonnellate di metano sarebbero state rilasciate dai fondali, a una velocità 500 volte superiore a quella naturale. E nel prossimo futuro l’emissione sembra destinata ad aumentare, fino al quadruplo di quella attuale, con un ulteriore spostamento da 1 a 3 km del confine tra metano idrato e gassoso entro il 2100.
Più metano anche in atmosfera
Dove finirà tutto questo metano? Nessuno lo sa. Potrebbe essere consumato dai batteri nel sedimento del fondale marino o rendere l’acqua di mare in quella zona più acida e povera di ossigeno. Una certa quantità potrebbe anche salire in superficie, dove verrebbe rilasciata in atmosfera come gas serra, aggravando così gli effetti del cambiamento climatico.
A conferma di questa ipotesi, i pescatori della zona stanno segnalando colonne di bolle di gas che dai fondali risalgono in superficie, rilevate coi sonar. Un segnale da non sottovalutare. Sapremo dargli il giusto peso?
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