Mentre sulla Terra muoviamo i primi passi per arrivare, tra qualche decennio, a mettere una persona sul Pianeta Rosso, l'esplorazione robotizzata del pianeta non smette di regalarci una scoperta dopo l'altra. A metà dello scorso dicembre la NASA ha rivelato che Curiosity, il robo-geologo che dal 2012 sta esplorando Marte per noi, ha annusato del metano.
Vita? Non è detto
Il fatto che sulla Terra questo gas sia prodotto quasi esclusivamente da processi biologici non deve, però, trarci in inganno. Sappiamo infatti che questo semplicissimo composto organico (la sua formula è CH4) può formarsi anche senza l'intervento di esseri viventi. Per esempio potrebbe essere emesso durante la formazione di particolari rocce, oppure potrebbe essere prodotto dall'azione dei raggi ultravioletti sui composti organici trasportati sulla superficie dagli asteroidi.
Suonala ancora, SAM!
Già nel 1999 i telescopi a infrarossi della NASA avevano suggerito la presenza del gas nell'atmosfera. ma grazie a Curiosity ora abbiamo la prima osservazione "diretta", effettuata con spettrometro TLS (Tunable Laser Spectrometer) del "laboratorio chimico" di Curiosity, battezzato SAM (Sample Analysis at Mars). Ma questa non è la sola ragione per cui la scoperta del rover ha fatto saltare i plenetologi sulle sedie: gli strumenti hanno visto aumentare la concentrazione atmosferica del metano di ben 10 volte, che così è rimasta per almeno paio di mesi, per poi tornare ai valori preesistenti.
Marte era sicuramente abitabile
Le osservazioni di Curiosity sembrano accordarsi con quelle degli strumenti precedenti, che mostravano un'atmosfera periodicamente attraversata da pennacchi di metano molto localizzati. Il problema è che la molecola di metano non è particolarmente longeva quindi deve esistere un meccanismo che rimpiazza il gas che inevitabilmente svanisce entrando in altri composti o distrutto dalle radiazioni ad alta energia che colpiscono il pianeta. Attualmente nessuna delle spiegazioni avanzate può spiegare totalmente i dati raccolti, e per quanto l'ipotesi di un'origine biologica sia eccitante, al momento non esiste la possibilità di confermarla né di smentirla.
Gli strumenti di Curiosity, infatti, non sono stati costruiti per trovare tracce di vita, vivente o estinta, su Marte. Il rover cerca tracce di abitabilità, ovvero delle condizioni in cui, per quanto ne sappiamo, è possibile lo sviluppo della vita. Le molecole organiche trovate da SAM e le tracce di acqua liquida trovate anche dai rover precedenti, Spirit e Opportunity, ci dicono che senz'altro il pianeta è stato abitabile. Starà al prossimo rover della NASA, Mars 2020, cercare di capire se qualche microorganismo ne ha approfittato.
Immagine in apertura: NASA, JPL-Caltech, MSSS - Panorama by Andrew BodrovImmagine box: NASA/JPL-Caltech/SAM-GSFC/Univ. of Michigan