Schema di realizzazione del catenano di Sauvage (Immagine: Nobel Prize Foundation)
All’inizio degli anni Novanta, il britannico Fraser Stottard fa un passo avanti. Riesce a infilare un anello molecolare su di un asse, anch’esso in scala molecolare. La struttura realizzata è tale per cui all'applicazione di una quantità di energia, l'anello si muove lungo l'asse. Si tratta di un elemento anch'esso fondamentale nella realizzazione delle macchine e che viene battezzato rotaxone: non solo una molecola ha una certa libertà di movimento rispetto all'altra, ma quando si muove lo fa in una direzione prestabilita. Siamo di fronte al primo "ascensore o muscolo molecolare", un elemento che è al centro dei circuiti elettronici usati nei computer molecolari che si stanno testando nei laboratori del mondo.
L'ascensore molecolare di Stoddard (Immagine: Nobel Prize Foundation)
L’ultimo passaggio è opera del terzo premiato, l’olandese Bernard Feringa. Nel 1999 è riuscito a realizzare una pala di dimensioni molecolari in grado di ruotare continuamente nella stessa direzione. Un po' come un anello che ruota attorno a un asse filettato. L'aspetto straordinario è la capacità di questa piccola macchina di spostare oggetti molto più grandi lei, come Feringa è riuscito a fare con un cilindro di vetro 10 mila volte più grande della sua macchina.
I tre premiati, che condividono in parti uguali il premio, hanno aperto la strada a qualcosa di completamente nuovo. Non si tratta più (solamente) di studiare come un determinato sistema tenda a ritornare a uno stato di equilibrio, ma avere a disposizione strumenti (macchine) che con l'apporto di una quantità di energia possono modificare l'equilibrio di un sistema. Non è lo scenario da Viaggio allucinante, ma è una rivoluzione della chimica.
Sul premio Nobel per la Chimica 2016 segnaliamo l'intervista rilasciata da Vincenzo Balzani a LaRepubblica, che potete trovare a questo link.