Se non avete letto i quotidiani o visto qualche telegiornale nei giorni scorsi, non ve ne sarete nemmeno accorti. Eppure ieri mattina, alle 6:40 ora italiana, un asteroide ha "sfiorato" la Terra. Le virgolette sono d’obbligo, perché la distanza minima effettiva a cui è passato era di ben 6,9 milioni di kilometri. In termini astronomici è comunque una piccola distanza, ma è pur sempre circa 18 volte quella tra la Terra e la Luna. Quindi, nonostante la coincidenza dell’evento con una data come il 12 dicembre 2012 (o 12/12/12) che lasciava la porta aperta alla cabala, non c’era niente di cui preoccuparsi.
4179 Toutatis, questo il nome dell’asteroide, è un grosso sasso dalla forma irregolare dal diametro medio di poco più di 5 kilometri. È noto agli astronomi fin dal 1989 e ogni quattro anni circa transita abbastanza vicino a noi. Il passaggio di ieri non è però stato il record di vicinanza, che si è registrato il 29 settembre del 2004, quando passo ad "appena" 1,5 milioni di kilometri. Toutatis non è che l’ultimo di una serie di oggetti rocciosi che "sfiorano" il nostro Pianeta, in una serie che sembra essersi intensificata negli ultimi anni. La popolazione degli asteroidi cosiddetti "near-Earth" appare in aumento perché dagli anni Novanta è entrato a regime un programma di individuazione e di classificazione di questo tipo di oggetti che si chiama Near-Earth Object Programme ed è capitanato dall’Agenzia Spaziale Americana (NASA). Lo spiega bene Mario Di Martino dell’Osservatorio di Torino dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in un articolo pubblicato ieri dal quotidiano La Stampa.
Pericolo?
Lo stesso Di Martino spiega qual è la reale situazione del cosiddetto "rischio asteroidi". Ogni anno cadono sulla Terra oggetti provenienti dallo spazio, con una media che varia tra le 50 mila e le 100 mila tonnellate. «Per fortuna, in genere, si tratta di polveri e di corpuscoli che si frammentano e bruciano, attraversando l’atmosfera, a velocità di decine di migliaia di kilometri orari. Solo ogni tanto, e per fortuna raramente, qualche roccia spaziale può raggiungerci».
Inoltre circa il 90% degli asteroidi di grandi dimensioni, cioè con un diametro superiore al kilometro davvero pericolosi in caso di impatto, è noto e possiamo calcolarne la traiettoria. A quanto ne sappiamo, da questo punto di vista possiamo dormire sonni tranquilli. Discorso un po’ diverso per quelli più piccoli, con un diametro tra 100 metri e 1 km. Si stima che ce ne siano circa 150 mila, ma conosciamo la traiettoria solamente di un loro 10%. La percentuale aumenterà a mano a mano che il programma della NASA proseguirà.
Nel suo articolo Mario Di Martino mette però in evidenza come «l’impatto di un asteroide di 1 km può verificarsi una volta ogni milione di anni. Per eventi come quello di Tunguska (quando nel 1908 un "sasso spaziale" polverizzò 60 milioni di alberi) si stima una frequenza, in media, di una volta ogni qualche centinaio di anni».
Numeri da fantascienza
Per la cronaca, il prossimo 12 febbraio 2013 la Terra verrà nuovamente "sfiorata" da un asteroide di 350 metri scoperto solamente nel febbraio. Si chiama 2012 DA14 e in questo caso la distanza sarà davvero piccola, ancorché di sicurezza: 27600 chilometri. Il che non farà che alimentare la fantasia degli sceneggiatori di Hollywood. Come nel caso di Armageddon (di cui si può vedere il trailer italiano qui sotto), film del 1998 in cui un asteroide delle «dimensioni del Texas» puntava dritto sulla Terra minacciando di «spazzare via ogni forma di vita»: