Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature almeno 70 enormi meteoriti avrebbero colpito la terra tra 3.8 e 1.8 miliardi di anni fa. Tra geologia e astronomia ecco i dettagli della scoperta.
Tra 3.8 e 1.8 miliardi di anni fa, cioè per tutto l’Archeano e il Paleoproterozoico, quando le uniche forme di vita erano organismi procarioti (le prime forme di vita pluricellulari sarebbero apparse solo 542 milioni di anni fa) il nostro pianeta è stato sottoposto a un intensissimo bombardamento di asteroidi. Almeno 70 di questi avevano dimensioni pari all’asteroide che spazzò via i dinosauri 65 milioni di anni fa, o addirittura maggiori. Queste le conclusioni pubblicate da un team di geologi e astronomi lo scorso mese su Nature.
Tenuto conto che, a occhio nudo, riusciamo a vedere i crateri lasciati da impatti analoghi sulla superficie della Luna, dove sono le tracce di questa grandinata di proporzioni astronomiche?
A caccia di sferule
A differenza della Luna la Terra è molto attiva dal punto di vista geologico, e i crateri sono stati progressivamente cancellati, ma nemmeno miliardi di anni hanno invece potuto nascondere delle piccole sferule da impatto, «gocce» dell’ordine di grandezza dei centimetri o millimetri formate da rocce fuse eiettate nell’atmosfera dalla collisione col meteorite. Le sferule, chiaramente identificabili dalle tracce di iridio, un materiale rarissimo sulla Terra ma abbondante negli asteroidi, sono poi ricadute lasciando la loro traccia negli strati geologici ma, data l’antichità di queste rocce e l’intensa attività geologica già citata, queste sono molto rare e attualmente si conoscono solo dodici strati contenenti le sferule: sette tra 3.47 e 3.23 miliardi di anni fa, quattro tra 2.63 e 2.49 e uno tra 2.1 e 1.7.
Un «bombardamento» in ritardo
Quello che finora non si conosceva era la causa, e quindi la durata e l’entità precisa di questi eventi. Secondo un modello di evoluzione del Sistema Solare chiamato Modello di Nizza, circa quattro miliardi di anni fa la formazione dei pianeti aveva lasciato dietro di sé molti frammenti sotto forma di asteroidi, e questi per migrazione dei pianeti nelle orbite attuali (all’inizio in nostro Sistema Solare era più compatto di adesso, con le orbite più vicine), per effetto gravitazionale sarebbero caduti sulla Luna, la Terra, Marte e Venere, in un evento noto come intenso bombardamento tardivo (LHB, Late Heavy Bombardament) ma come poteva questo spiegare gli strati di sferule di miliardi di anni successivi? Gli autori hanno provato a correggere il modello inserendo la Fascia E, una ipotetica fascia di asteroidi estensione di quella principale in orbita tra Marte e Giove. Il nuovo modello non solo spiega le nostre sferule da impatto, ma anche i crateri lunari successivi al LHB nonché la presenza della piccola famiglia di asteroidi Hungaria, che della Fascia E sarebbero i superstiti.
Secondo William Botke, planetologo presso il Southern Research Institute e primo autore della ricerca: «Sarà interessante investigare come questi eventi devastanti abbiano o meno significativamente influito sui primi stadi dell’evoluzione della biosfera».