Neutrini più veloci della luce? Da ieri sera si è sollevato qualche dubbio in più, quando la notizia data dagli stessi ricercatori dell’esperimento OPERA è rimbalzata sui mezzi di comunicazione di mezzo mondo: forse c'è un problema sistematico alla strumentazione utlizzata per raccogliere i dati presentati a settembre 2011. Secondo quanto dichiarato all’ANSA dal portavoce della collaborazione, Antonio Ereditato, «non si tratta di un errore», ma di effetti della strumentazione rilevati durante questi mesi di intensa vaglio di tutti i dettagli dell’esperimento e degli apparati.
A quanto pare si tratterebbe del malfuzionamento di una connessione in fibra ottica tra il GPS e il computer per l’acquisizione dei dati. Un problema, quindi, all’apparato di raccolta dei dati, uno dei punti dove secondo alcuni esperti si poteva annidare un effetto sistematico non ancora individuato. Lo sottolineava anche Ugo Amaldi in un’intervista proprio per l’Aula di Scienze. Ma se Science parla apertamente di «errore» dovuto a un cavo non collegato in maniera perfetta, Ereditato ribatte che l’illusoria accelerazione dovuta alla fibra ottica è solo uno dei due effetti riscontrati in questi mesi. Il secondo, un problema relativo alla sincronizzazione degli orologi atomici impiegati dell'esperimento, potrebbe invece essere a favore dei dati di settembre. Il vantaggio in termini di tempo rappresentato dalla corretta sincronizzazione di tali orologi è inferiore, 20 - 25 nanosecondi contro i 60 nanosecondi dei dati di settembre, ma anche in questo caso Ereditato e la comunità scientifica vogliono aspettare ulteriori misurazioni prima di fare dichiarazioni definitive.
Da questa vicenda, sulla quale Aula di Scienze tornerà al più presto con approfondimenti più dettagliati, emerge comunque la grande vitalità della ricerca in fisica. Antonio Ereditato ha sottolineato, oggi come a settembre dello scorso anno, la volontà di OPERA di essere il più trasparente possibile e di aprire alla discussione i dati raccolti. La parola fine, come in tutti gli ambiti di ricerca, non può però essere detta senza che prima le scoperte non passino il vaglio della comunità scientifica. In questo caso, per esempio, si attendono anche le repliche delle misure annunciate da un gruppo americano e da uno giapponese.
Qui sotto, il comunicato integrale con cui l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dà la notizia:
La Collaborazione OPERA, nel corso delle verifiche dei risultati sulla misura della velocità dei neutrini, ha identificato due effetti che potrebbero sostanzialmente influenzare i risultati riportati. Il primo è legato all’oscillatore usato per produrre i «time-stam» degli eventi tra due sincronizzazioni col sistema GPS. Il secondo riguarda la connessione della fibra ottica che porta il segnale GPS al «master-clock» del rivelatore.
I due effetti possono modificare il tempo di volo dei neutrini in senso opposto. Nel continuare le investigazioni in corso, la Collaborazione intende realizzare una ulteriore misura della velocità dei neutrini appena un nuovo test con il fascio di neutrini «bunched» sarà possibile nel corso del 2012. Un esteso rapporto scientifico sui risultati delle ultime investigazioni sarà presto disponibile per i competenti comitati scientifici ed agenzie.