Una larva di Spodoptera litura, la specie di Nottuide usata nell'esperimento (immagine: KENPEI via Wikimedia Commons)
Fin qui sembrerebbe un caso analogo a quello delle acacie: qualche molecola volatile rilasciata nell'aria evidentemente induce le piante vicine a preparare le proprie difese. Gli scienziati però sospettavano che l'HexVic prodotto dalle piante "avvisate" non fosse sintetizzato dal nulla, ma a partire dal composto (Z)-3 esenolo presente nell'aria, cioè utilizzando una delle molecole che rilasciano i pomodori attaccati dai bruchi. Per testare questa ipotesi gli scienziati hanno irrorato le piante con una versione leggermente radioattiva della molecola e poi hanno analizzato i loro tessuti, scoprendo che la totalità dell'HexVic accumulato era stato "fabbricato" a partire da (Z)-3 esenolo radioattivo.
Secondo questi risultati, appena pubblicati sulla rivista PNAS, i pomodori non solo usano un composto volatile per comunicare il pericolo, ma al trasportano la molecola al loro interno e la utilizzano come base per sintetizzare la loro "arma" di difesa. I ricercatori stanno già estendo la loro attenzione ad altre colture in grado di sintetizzare HexVic, come il sorgo e il riso, che potrebbero rivelare simili meccanismi di difesa. Kenji Matsui, uno degli autori della ricerca, ha spiegato:
«Ora stiamo provando a isolare i geni coinvolti nella glicosilazione dei composti volatili. Speriamo che ulteriori, approfonditi, studi porteranno a nuove tecnologie che permetteranno di applicare queste scoperte all'agricoltura».
Immagine in apertura: The Ewan via Flickr