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Quando le placche mettono il turbo

Le placche tettoniche si spostano in tempi geologici dell'ordine di centinaia di milioni di anni, ma a volte subiscono accelerazioni e bruschi cambi di direzione. Uno nuovo studio fa luce su queste dinamiche.
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Di solito le placche tettoniche, le vaste zattere di crosta terrestre responsabili della deriva dei continenti, si muovono con estrema lentezza. Servono tempi geologici, dell’ordine di decine o centinaia di milioni di anni, perché avvengano spostamenti significativi, che portano le placche ad allontanarsi, a collidere e a volte a riunirsi in supercontinenti. Placche in fuga Ogni tanto però i movimenti accelerano, all’improvviso le placche tettoniche prendono nuove direzioni e si riorganizzano. Da cosa dipendono questi bruschi cambi di marcia? Una ricerca della Yale University, pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences potrebbe aver trovato la risposta, ponendo fine a decenni di speculazioni. Secondo i geofisici autori dello studio tutto dipende da due fattori concomitanti: la presenza di margini crustali spessi al confine delle placche e un indebolimento della grana dei minerali che formano le rocce. Tali effetti, agendo insieme, possono spiegare una serie di movimenti relativamente veloci - per quanto veloce possa essere una placca tettonica (parliamo di un milione di anni o più!). Finora gli scienziati pensavano che tutte le placche tettoniche fossero trascinate dalla subduzione. Dobbiamo immaginarle come zattere di rigida e sottile crosta terrestre fluttuanti sul sottostante mantello caldo e fluido. Raffreddandosi, la crosta diventa più densa e pesante e affonda lentamente nel mantello, mentre altra se ne forma in corrispondenza delle fratture che separano le placche.
Uno schema che illustra la subduzione (immagine: Wikimedia Commons)
Questione di grana Questo modello tuttavia non è in grado di spiegare i cambiamenti improvvisi di velocità e direzione. Perché si verifichino, infatti, le placche devono essere abbastanza fredde e rigide da staccarsi dalla propria base, in modo da muoversi indipendentemente. Quando la crosta più spessa dei continenti o dei plateau oceanici (altipiani sottomarini) è trascinata in un punto di subduzione, tende a scollarsi anziché sprofondare. Il processo di distacco accelera se la grana dei minerali che formano le rocce al margine della placca è più fine, creando una zona di debolezza. Come risultato, le placche tettoniche si spostano orizzontalmente in modo brusco, e i continenti ondeggiano. Lo studio riempie un tassello nell’evoluzione del pianeta, chiarendo uno dei fenomeni geologici più spettacolari, anche se impossibile da apprezzare nella nostra scala temporale.   Immagine banner in evidenza: Wikimedia Commons Immagine box in homepagwe: Wikimedia Commons
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subduzione box

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