Una veduta dall'alto di Singapore (Foto: Wikimedia Commons)
Partendo dalle immagini satellitari di 131 città, gli scienziati hanno iniziato a suddividerle in gruppi in base alle caratteristiche urbanistiche dei quartieri. Due i parametri fondamentali presi in considerazione: la dimensione dei blocchi (piccoli, medi o grandi) e la forma (irregolare o approssimativamente rettangolare). Il resto l'ha fatto un sistema di clusterizzazione gerarchica, dal quale è emerso un risultato piuttosto sorprendente: il profilo urbanistico di tutte le città prese in esame può essere ricondotto a quattro modelli fondamentali (Gruppi 1-4). Ad esempio, le principali città europee confluiscono nel “Gruppo 2”, con blocchi urbanistici piccoli e molto irregolari.
Ricostruzione matematica del profilo urbanistico di Montreal, in Canada: sull'asse delle x la forma dei blocchi (da allungata, sulla sinistra, a circolare, sulla destra del grafico) e sull'asse delle y la dimensione dei blocchi (crescente dal basso verso l'alto) (Immagine: Quanturb.com).
Navigando i dati ottenuti, i ricercatori hanno avuto conferma del fatto che le città statunitensi sono profondamente diverse da quelle europee, con l'eccezione di Boston, il cui profilo urbanistico è un nostalgico richiamo dei modelli europei. Alle conferme si sono però aggiunte molte sorprese. L'impronta urbanistica non dipende solo dalla localizzazione geografica o dal periodo storico di fondazione: ad esempio, le quattro città canadesi analizzate hanno davvero poco in comune, con Vancouver molto più simile a Baghdad, piuttosto che alla vicina Montreal (che invece si rifà al modello delle “cugine” statunitensi).
Ulteriori informazioni si possono ottenere confrontando tra loro i quartieri di una stessa città: ad esempio, nel caso di New York, è emerso che tutti i quartieri si rifanno al modello di Detroit (come del resto la maggior parte delle città americane), con l'eccezione di Manhattan, il cui profilo urbanistico ricalca – niente meno – che quello di città del Sud America, come Campo Grande in Brasile.
Profilo dei diversi quartieri di New York City: l'organizzazione urbanistica di Manhattan spicca per la sua diversità rispetto agli altri quartieri (Immagine: Quanturb.com).
Alle 131 città analizzate al momento, i ricercatori di Quanturb sperano di poter presto aggiungerne molte altre: un passaggio fondamentale per dimostrarne la validità su larga scala e consolidarne le potenzialità di applicazione. Quanturb si inserisce nella corrente della geomatica, la nuovissima disciplina che coniuga elementi della topografia, della cartografia e di tute le informazioni georeferenziate per migliorare, ad esempio, l'organizzazione urbanistica e del territorio.
Le applicazioni pratiche di Quanturb potrebbero quindi essere molteplici, dalla gestione del trasporto urbano alla pianificazione della sicurezza e dei piani di evacuazione di un quartiere. Ma il contributo di Quanturb va soprattutto allo sviluppo urbanistico futuro. Nei decenni a venire, sempre più persone vivranno in una realtà metropolitana: un processo che, per l'importante risvolto sociale, reclama fin da ora una progettazione oculata dei nuovi quartieri. Con il suo approccio interdisciplinare, Quanturb potrebbe inaugurare un modo nuovo di affrontare lo sviluppo urbanistico e fornire gli strumenti per espandere una città senza tradirne la storia e la "personalità", senza perdere memoria della forma datale dal deserto a cui si è opposta.
Immagine banner: Skyline di Firenze (Wikimedia Commons)
Immagine box: Skyline di New York City (Wikimedia Commons)