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Quel cervello particolare di Einstein

Il cervello di Albert Einstein, già ampiamente studiato, è stato ora rianalizzato grazie a un set di fotografie ritrovate. E la recente ricerca, a differenza da quanto precedentemente affermato, trova nel cervello del famoso fisico indizi della sua straordinarietà.
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Il cervello di Albert Einstein, se studiato da nuove angolazioni, offre un'interpretazione ulteriore per i dettagli neuroanatomici. Una recente ricerca, a differenza da quanto precedentemente affermato, trova nel cervello del famoso fisico indizi della sua straordinarietà.

Ne avevamo già parlato in archivioscienze, all'uscita a fine settembre di un'applicazione per smartphones e tablets che raccoglieva le 350 fotografie del cervello probabilmente più studiato al mondo: il cervello di Albert Einstein. Ora lo studio delle sue particolarità anatomiche da correlare a una spiccata sensibilità e genialità, che tutti riconosciamo al famoso fisico che ha cambiato le sorti dell'interpretazione del mondo della fisica, aggiungono un altro tassello al puzzle.

Il cervello di Albert Einstein, a partire dal 1955, anno della sua morte, è stato variamente studiato e fotografato, dopo essere stato rimosso e riposto in formalina, sezionato in 240 piccoli blocchi, a loro volta suddivisi in sottili fettine. Uno studio ora condotto su 14 nuove fotografie, in possesso del National Museum of Health and Medicine di Silver Spring (maryland, USA) e che riportano angolazioni inedite, fornisce un'interpretazione ulteriore dell'anatomia del cervello del celebre fisico.



Una fotografia del cervello di Albert Einstein (Foto: Nature)

Infatti, secondo Dean Falk, antropologa evoluzionista dell'Università della Florida a capo del team di scienziati che ha condotto lo studio, la neuroanatomia della corteccia cerebrale di Einstein presenta delle peculiarità riconducibili alla sue particolari doti. La corteccia di Einstein è stata infatti comparata alla corteccia di altri 85 cervelli, analizzati tramite i più recenti strumenti di imaging funzionale e già studiati in altre ricerche già pubblicate. Il confronto ha portato alla luce che, nonostante peso e forma (per quanto lievemente asimmetrica) fossero perfettamente nella norma, alcuni nodi caratteristici potrebbero essere riscontrati nel cervello di Einstein.

Per esempio, la corteccia pre-frontale così come i lobi parietali presentano variazioni riconducibili ad abilità cognitive matematiche e visivo-spaziali straordinarie. La corteccia pre-frontale, particolarmente convoluta (e quindi con una superficie totale più estesa) nel cervello del fisico, infatti è collegata alla concezione del pensiero astratto. 

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