Il calcio non è fatto soltanto di emozioni, ma anche di numeri. A che velocità può viaggiare un pallone? Qual è la probabilità di segnare un rigore? E perché la palla a volte devia dalla sua traiettoria naturale, consentendo di realizzare gol «impossibili»? Le prodezze dei calciatori spiegate dalla fisica e dalla biomeccanica.
Lione, 3 giugno 1997. Nella seconda partita della Confederation Cup sono di fronte Francia e Brasile. Al 35esimo del primo tempo l’arbitro danese Nielsen assegna un calcio di punizione alla squadra verde-oro. Roberto Carlos, specialista dei calci piazzati, sistema accuratamente la sfera nel punto di battuta e prende una lunga rincorsa. Quando l’arbitro fischia, succede questo:
Una palla che sembra destinata a finire in curva, all’improvviso rientra nello specchio della porta, sfiora il palo e si insacca in rete, lasciando di stucco il portiere. «Come è possibile?», sembra pensare uno sconsolato Fabien Barthez, l’estremo difensore della nazionale francese di allora. Ce lo spiegano Nicola Ludwig e Gianbruno Guerrerio, che dedicano un intero capitolo del loro libro, La scienza nel pallone, al mitico effetto Magnus, il fenomeno fisico che si manifesta «quando il pallone ruota su sé stesso in aria, subendo una spinta perpendicolare all’asse di rotazione e alla direzione del moto». L’effetto, insomma, che ha fatto la fortuna di campioni del calibro di Maradona, Baggio e Del Piero.
La scienza nel calcio
Ludwig e Guerrerio mettono a fuoco tutti gli aspetti che caratterizzano una partita di calcio. Dal tiro al colpo di testa, passando per gesti atletici spettacolari come la rovesciata o finezze come il colpo di tacco. Per tutti c’è una spiegazione che coinvolge la fisica e la matematica. Nel testo si mescolano elementi di meccanica, di fluidodinamica, di medicina dello sport, di statistica, ma anche di psicologia, per esempio quando si cerca di spiegare la sottile battaglia di nervi che avviene tra rigorista e portiere negli istanti che precedono il tiro dagli undici metri.
Il «siparietto» tra Ibrahimovic e Julio Cesar nel derby Inter-Milan del 6 maggio 2012
Tra le molte curiosità scopriamo, per esempio, che le regole del calcio favoriscono le squadre più «deboli», che spesso un mancino è più potente e preciso col piede destro, che le possibilità di parare un calcio di rigore aumentano se il portiere resta immobile. Le spiegazioni dettagliate delle traiettorie dei tiri o delle complesse caratteristiche biomeccaniche dei gesti atletici prendono spunto da episodi curiosi avvenuti sul campo di gioco e chiamano spesso in causa i grandi calciatori della storia.
La magia del calcio
Il risultato è un libro veloce e completo, consigliato sia a chi desideri conoscere ciò che sta dietro alle prodezze balistiche di Messi e Cristiano Ronaldo, sia a quanti vogliano continuare a credere che le gesta di questi grandi campioni sfidino le leggi della fisica. Perché, in fondo, come scrivono Ludwig e Guerrerio «ancora nessuno, per fortuna, si sogna di mandare in campo 22 campioni solo per farli oggetto di misurazioni» e «appare del tutto illusoria l’idea di formulare una scienza esatta e olistica del calcio». Ed è proprio per questo, forse, che gli amanti di questo sport possono vivere emozioni come queste:
Istanbul, 25 maggio 2005. L’incredibile finale di Champions League tra Milan e Liverpool