Compagni di genoma
La caratteristica peculiare dei retrovirus è il loro genoma, costituito da un singolo filamento di RNA. Una volta infettata la cellula ospite, il materiale genetico del virus viene rilasciato nel citoplasma dove un particolare enzima virale, chiamato trascrittasi inversa, converte il singolo filamento di RNA in DNA complementare a doppio filamento. Questa molecola è in grado di penetrare nel nucleo cellulare e integrarsi con il genoma dell'ospite, dando origine a un provirus.
La replicazione di un retrovirus (immagine: Flickr)
Se questa integrazione avviene all'interno di una cellula germinale allora il virus, che è diventato a tutti gli effetti parte integrante del genoma dell'ospite, viene tramandato anche alla progenie. In questo caso si parla di retrovirus endogeni e si stima che oltre l'8% del genoma dei mammiferi sia costituito da questa "eredità" virale acquisita in momenti diversi dell'evoluzione. I provirus possono essere considerati dei veri e propri "fossili" genetici all'interno del genoma dell'ospite, in quanto studiando la loro sequenza e le mutazioni in essa contenute è possibilie risalire alla loro origine alla loro evoluzione. Nel caso dei retrovirus, questo lavoro certosino di "datazione", compiuto per altro dagli stessi autori nel 2009, aveva datato la comparsa dei retrovirus a circa 100 milioni di anni fa, con il sospetto che potessere essere molto più antichi. Tuttavia, la loro rapida evoluzione, utile per ricostruire la storia più recente di questi virus, impediva di ricostuire la loro evoluzione più antica.