"Stirare" le proteine per studiarne la struttura (Immagine: Johannes Stigler / TUM)
Capire come funziona il ripiegamento
Una corretta catena polipeptidica è solo il primo passo per avere una proteina attiva e funzionante: la giusta struttura lineare primaria di un polipeptide garantisce solo che non ci siano mutazioni a livello del DNA o errati appaiamenti (di basi o di codoni-aminoacido) che portino alla sostituzione di un aminoacido corretto con uno sbagliato. Dopodiché entra in gioco il processo di ripiegamento (folding) della proteina, un meccanismo chiave che porta alla formazione tridimensionale della proteina attiva e funzionale nel suo assetto finale (struttura secondaria e terziaria, o quaternaria nel caso di proteine più grandi e complesse a più subunità). Studiare e capire come avviene il ripiegamento fino ad ora era possibile solo attraverso l'analisi strutturale a raggi X della proteina, capace di riportare soltanto singole istantanee di un'evoluzione fluida e dinamica. La metodica spettroscopica messa a punto dai ricercatori tedeschi offre il vantaggio di riuscire a seguire il progresso dei passaggi cinetici e degli intermedi chimici attraverso cui la molecola passa nel suo processo di ripiegamento come in una sorta di "film": la proteina non perviene subito alla sua conformazione definitiva in stato funzionale, ma procede per tentativi che possono o meno andare a buon fine. Quando imbocca un percorso di struttura energeticamente sfavorevole, il ripiegamento viene corretto per trovare la via più vantaggiosa che porta all'assestamento finale.Visualizzazione della struttura della proteina calmodulina (Immagine: Wikimedia Commons)