Rapido aggiornamento sul bosone di Higgs con una breve dichiarazione di Guido Tonelli (CMS) in attesa di uno speciale sul CERN in arrivo su Aula di Scienza
Quando diedero l’annuncio del seminario, solo qualche mese dopo il grande risalto mediatico che ebbero i presunti neutrini superluminali, probabilmente i ricercatori che stanno lavorando ad ATLAS e CMS, ovvero i due esperimenti che al CERN di Ginevra stanno occupandosi di più della caccia all’oramai celebre bosone di Higgs sapevano di star calando un carico da novanta. Durante quel seminario i portavoce dei due esperimenti, Fabiola Gianotti per ATLAS e Guido Tonelli per CMS (incidentalmente entrambi italiani), avevano promesso che avrebbero presentato contemporaneamente i risultati degli sforzi dei due team.
Ulteriori analisi
Ieri (7 febbraio) questa promessa si è concretizzata con la sottomissione di due articoli indipendenti a Physics Letter B, che oltre ai dati presentati a dicembre, sono stati arricchiti di ulteriori analisi che le collaborazioni hanno svolto in questo mese. «La mole di dati che deriva dalle collisioni che avvengono a LHC e che sono raccolti dagli esperimenti», ci ha raccontato Guido Tonelli che ha lasciato per conclusione del mandato il suo ruolo di portavoce di CMS ma rimane ovviamente molto vicino al board dell’esperimento, «è talmente grande che ci sono più team che contemporaneamente lavorano alla pulizia, alla scrematura e all’analisi dei dati stessi». Si tratta di un procedimento che viene fatto inviando i dati alle diverse università e istituti che hanno collaborato alla realizzazione dell’esperimento. Tonelli conferma l’impressione positiva di Ugo Amaldi che LHC, in generale, e ATLAS e CMS, in particolare, stiano dando «molti più dati di quanti ce ne aspettavamo: circa cinque volte tanto».
La finestra
Secondo quanto riportato dal sito dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), i dati presentati nei due articoli sono la conferma «che la regione di energia dove con maggiore probabilità si troverebbe il bosone di Higgs secondo il Modello Standard è quella compresa tra i 116 e i 131 GeV per ATLAS, e tra i 115 e i 127 GeV per CMS. Questo dato ora è affinato da nuove statistiche che restringerebbero la finestra energetica per entrambi gli esperimenti ai 124-126 GeV». Statistiche che, però, non sono ancora sufficienti per poter parlare di «scoperta». Ma ci sono buone probabilità che una risposta definitiva arrivi nel 2012.