La soluzione di un mistero
La notizia non è solo una chicca per gli appassionati delle avventure spaziali e della missione, i cui protagonisti sono stati inevitabilmente antropomorfizzati anche grazie a una simpatica serie di cartoni animati, ma risponde a una domanda fondamentale per gli scienziati: nessuno sapeva infatti dove fosse finito il povero Philae alla fine del suo rocambolesco atterraggio, avvenuto nel novembre del 2014. In base alle trasmissioni radio, l'ultima delle quali del luglio 2015, i tecnici avevano circoscritto l'area in cui si trovava Philae, ma le fotocamere non erano riuscite a immortalarlo. O meglio: le fotografie non erano abbastanza definite da permettere la sua individuazione. Alla fine lo strumento Osiris, scattando da 2,7 km di distanza, è riuscita a farci riconoscere le fattezze del robottino.
(Immagine: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Ora gli scienziati sanno esattamente da dove provengono i dati prodotti dalla sonda durante i tre frenetici giorni di osservazioni ed esperimenti, prima che la batteria primaria si esaurisse. Purtroppo il lander è atterrato in una zona che riceve poca luce, e i pannelli solari di cui è dotato sono stati sufficienti solo per tentare, di tanto in tanto, un breve contatto radio con Rosetta.