La «fantasmatica azione a distanza»
Per capire meglio l'esperimento condotto dai ricercatori canadesi bisogna fare uno sforzo di "astrazione" rispetto alla realtà fisica che ogni giorno abbiamo sotto gli occhi e tocchiamo con mano e addentrarci in uno dei concetti più complessi della meccanica quantistica. Il teletrasporto in questione, infatti, non riguarda il trasporto di materia ma piuttosto di uno stato quantistico ed è possibile grazie al fenomeno dell'entanglement (letteralmente 'groviglio'), definito da Einstein come la «fantasmatica azione a distanza». Può succedere che due particelle interagiscano in maniera così profonda che lo stato quantistico di una diventi indissolubilmente legato a quello dell'altra, fino a formare appunto un "groviglio di stati". La cosa interessante è che questa condizione persiste anche quando le particelle sono a distanze potenzialmente infinite. Quello che succede a una si riflette nell'altra, anche se le due particelle non sono vicine. Se si invertisse, ad esempio, lo spin di una particella si invertirebbe anche quello dell'altra, indipendentemente dalla loro distanza. Ecco perché si parla di teletrasporto di stati quantistici. L'entanglement, proprio per il suo rappresentare un legame che va al di là dello spazio, può essere sfruttato per trasmettere unità di informazioni quantistiche, i cosiddetti qubit, a grandi distanze in modo pressoché istantaneo, permettendo la comunicazione tra una rete di computer quantistici (per approfondire puoi rileggere questa intervista).Teletrasporto quantistico in città
Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Calgary è riuscito a dimostrare per la prima volta l'entanglement di fotoni su reti urbane in fibra ottica, "teletrasportando" i loro stati quantistici per sei chilometri.


