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Ti consiglio un libro: Enigma. La strana vita di Alan Turing

Nell’anno del centenario della nascita del padre dell’informatica moderna, un libro a fumetti tutto italiano ne racconta la vicenda umana e scientifica. Una vicenda importante per la storia della scienza e per il Novecento, ma anche una grande tragedia umana
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Più che strana, sembra essere stata costellata da una sfortunata serie di eventi, come direbbe Lemony Snicket. Solo che a differenza delle storie per ragazzi inventate dallo scrittore americano (pseudonimo di Daniel Handler), nella vita di Alan Turing non sembra essere mai arrivato il momento di svolta in cui la sorte, almeno per qualche tempo, non si sia accanita contro di lui. Per fortuna nel racconto a fumetti della vita di questo grande matematico inglese, di cui nel 2012 ricorre il centenario della nascita, gli autori Francesca Riccioni e Tuono Pettinato (nom de plume di Andrea Paggiaro) sono riusciti a bilanciare il dramma di una vita vissuta senza i grandi riconoscimenti che avrebbe meritato con una dose di umorismo caustico, ispirato più che probabilmente all’irriverenza dello stesso Turing.

Copertina del fumetto, edito da Rizzoli Lizard, di Francesca Riccioni e Tuono Pettinato

Ci sono tre episodi davvero decisivi per la storia di Alan Turing. Il primo è la morte prematura di Christopher Morcom, l’amico verso cui nutre un amore che non si è mai concretizzato. Ma con lui scompare anche l’unico animo affine che Turing ha incontrato fino ad allora, appassionato alla scienza e alla matematica, con il quale Alan può parlare liberamente in una Gran Bretagna in cui l’omossessualità è ancora illegale. Turing non supererà mai del tutto il lutto e non troverà mai qualcuno che sostituisca Morcom nella sua vita. 

Il secondo fatto decisivo è sicuramente la sua decisione di rientrare in Inghilterra dagli Stati Uniti. È il 1938 e l’Europa sta per vivere una delle sue pagine peggiori, la Seconda Guerra Mondiale. Turing si trova da qualche tempo a Princeton, dove ha incontrato il gotha della scienza, da Albert Einstein a Godfrey Hardy. John Von Neumann gli ha appena offerto un posto come suo assistente, ma Turing sente «che è il momento di rientrare». Durante la guerra serve il proprio Paese nei servizi di intelligence, aiutando gli alleati a decifrare il codice della macchina Enigma con cui i tedeschi inviavano gli ordini ai propri sommergibili. Senza il suo contributo la storia, o almeno la guerra, avrebbe potuto avere un andamento diverso, ma i risultati scientifici che ruotano attorno alla decifrazione del codice sono coperti da segreto militare e oltre che discriminato per il suo orientamento sessuale, Turing è frustrato perché gli viene di fatto impedito di pubblicare.

Il momento più drammatico, però, è probabilmente il processo per omosessualità che si apre nei suoi confronti dopo l’arresto del 31 marzo 1952. Ritenuto colpevole, può scegliere tra il carcere e la castrazione chimica. Opta per quest’ultima, con conseguenze molto pesanti per la sua psiche già provata dalla vita e caratterizzata da una sensibilità particolarmente spiccata. Muore qualche anno più tardi, dopo aver addentato una mela intrisa ci cianuro, con una simbologia che richiama in modo sinistro la storia di Biancaneve.

La storia di Alan Turing sarebbe perfetta per una sceneggiatura di Hollywood, ma nonostante il fascino dello scienziato e la complessità dell’uomo, un film su di lui non è mai stato realizzato (tralasciando la pellicola Enigma, basata sul libro di Robert Harris, in cui Turing non viene mai nominato e in cui gli "aggiustamenti" storici non sono pochi). Benvenuto, allora, al libro di Francesca Riccioni e Tuono Pettinato che ha il pregio di mantenere alta l’attenzione su di uno dei protagonisti intellettuali del Novecento e di stupire qua e là per trovare grafiche originali. Per esempio, provate a indovinare a chi hanno deciso di fare assomigliare Adolf Hitler? Senza rovinare la sorpresa, basti sapere che ha a che fare con le mele avvelenate...

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