Tra i maggiori rompicapi biologici di sempre, un posto di primo piano spetta alle strisce delle zebre. Sono stati suggeriti vari modelli e spiegazioni, come la coesione sociale, la termoregolazione, la fuga dai predatori confusi dall’illusione ottica di un branco in movimento e la riduzione delle punture degli insetti.
Il b/n non passa mai di moda Ma un nuovo studio pubblicato su Royal Society Open Science sostiene che nessuna di queste ipotesi sia soddisfacente. Le zebre di pianura (Equus quagga) che abitano i territori estesi dal sud dell'Etiopia alla parte orientale del Sud Africa mostrano infatti un’estrema variabilità regionale nel manto. In alcune zone, gli individui presentano marcate strisce nere su tutto il corpo, mentre altrove i loro segni sono più deboli e sottili, e alcune hanno poche o nessuna striscia sulle zampe.
Il numero, l'ampiezza e l'intensità delle strisce nella zebra di pianura sono estremamente variabili (immagine: Wikimedia Commons)
Gli scienziati fanno notare che molte specie, tra cui i moscerini della frutta e gli esseri umani, hanno gradazioni simili nella loro pigmentazione, un adattamento all'ambiente locale. Così, le popolazioni del sud del mondo che vivono dove abbonda la luce ultravioletta hanno una pelle più scura, e un esoscheletro più scuro caratterizza pure i moscerini (e altri insetti) che vivono a quote più elevate.
Un possibile indizio: la temperatura I riceratori hanno quantificato le caratteristiche delle strisce di zebre provenienti da 16 siti sparsi su tutto l’areale di distribuzione della specie ed esaminato 29 fattori ambientali, tra cui temperatura, predazione, e mosche pungenti, alla ricerca di un'associazione.
La variazione regionale della zebra di pianura nei 16 siti presi in esame dalla ricerca (immagine: Royal Society)
La correlazione più forte è risultata quella fra bandeggio e temperatura. Nelle zone con le più basse temperature stagionali, le zebre hanno strisce più tenui e meno numerose, in contrasto quindi con quanto avviene in umani e moscerini.
Gli scienziati non sanno perché esista questa correlazione, ma suggeriscono che possa essere legata alla termoregolazione o ai parassiti veicolati dalle mosche tse-tse. È probabile che più processi biologici siano coinvolti, e che serviranno ulteriori studi per una spiegazione definitiva. Dopotutto, la bellezza e l’eleganza esigono la loro parte di mistero.
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