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Una nuova arma contro i superbug

L'antibiotico-resistenza è una bomba a orologeria: due nuovi farmaci potrebbero aiutare a disinnescarla, ripristinando l'efficacia degli antibiotici beta-lattamici anche nei temibili ceppi MRSA.
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L’antibiotico-resistenza è una bomba a orologeria. Non c’è altro modo per definire la crisi che, nel giro di qualche anno, potrebbe investire la salute pubblica a livello globale, come sottolineato già nel report del 2014 del WHO. Per risolvere questo problema la ricerca può muoversi in due direzioni: scoprire nuovi antibiotici verso cui i batteri non siano ancora resistenti, oppure trovare molecole che ripristino la sensibilità dei superbug agli antibiotici tradizionali (in questo articolo di Lisa Vozza si possono trovare alcune riflessioni sul problema dell'antibiotico-resistenza). Seguendo questa seconda strategia, un gruppo di ricercatori dei Merck Research Laboratories ha scoperto due nuovi farmaci in grado di sgretolare la resistenza di MRSA e renderlo nuovamente sensibile all’azione degli antibiotici beta-lattamici.
Percentuale di ceppi di Staphilococcus aureu resistenti alla meticillina rilevati a livello globale nel periodo 2011-1014 (Immagine: Report CDDEP 2015).
 

All’attacco dell’acido teicoico

Gli antibiotici beta-lattamici, come le penicilline e la meticillina, agiscono colpendo il peptidoglicano, uno dei componenti chiave della parete batterica (per un ripasso sul funzionamento degli antibiotici si veda questo Come Te Lo Spiego). MRSA è un ceppo di Staphiloccoccus aureus particolarmente temibile, un superbug resistente a un’ampia classe di antibiotici e responsabile ogni anno di milioni di morti. I ricercatori dei Merck Research Laboratories hanno scoperto due nuove molecole, chiamate tarocin A e tarocin B, che permettono di aggirare questa resistenza. Tarocin A e B agiscono come inibitori di TarO, l’enzima che nei batteri catalizza il primo passaggio della sintesi dell’acido teicoico, un altro componente della parete batterica dei batteri Gram-positivi. L’acido teicoico (il cui nome deriva dal greco teīkhos, «mura fortificate») si lega a ioni magnesio e ioni sodio e conferisce maggiore resistenza alla parete batterica.
La struttura dell'acido teicoico (Immagine: Wikimedia Commons).
Tarocin A e B non hanno di per sé attività antibiotica, poiché da sole non sono in grado di uccidere i batteri. Esse aprono però la strada all’azione battericida dei beta-lattamici: inibendo la sintesi di acido teicoico, la tarocina A e la tarocina B modificano la struttura della parete batterica in modo da renderla sensibile all’attacco di antibiotici beta-lattamici ad ampio spettro.  

Two is better than one

Nonostante non siano ancora stati testati sull’uomo, questi nuovi farmaci hanno già dimostrato di essere molto promettenti: come riportato nello studio pubblicato sulle pagine di Science Translational Medicine, i due farmaci (chiamati anche adiuvanti, poiché coadiuvano l’attività degli antibiotici veri e propri) sono stati in grado di eliminare oltre l’80% dei ceppi di MRSA testati e di uccidere quelli inoculati in un modello animale. Inoltre, questi farmaci non sembrano avere effetti tossici per le cellule eucariotiche, un requisito indispensabile per un loro futuro utilizzo nella pratica clinica. I ricercatori ritengono questi farmaci particolarmente promettenti perché attaccano due componenti – l’acido teicoico e il peptidoglicano – le cui vie biosintetiche sono separate. E dunque molto meno probabile che un batterio possa evolvere una forma di resistenza in grado di debellare entrambi i farmaci contemporaneamente. Per non abbassare la guardia, i ricercatori della Merck stanno comunque già testando un terzo farmaco da aggiungere al cocktail, per sconfiggere anche i batteri MRSA più caparbi. Immagine banner e box: Pixabay
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