Lo scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis), illustrato anche nell'immagine del banner, è una specie aliena invasiva che ha provocato l'estinzione di molte popolazioni locali di scoiattolo rosso europeo (immagine: Wikimedia Commons)
Modi e tempi della colonizzazione
Simulando un gran numero di situazioni invasive, i ricercatori sono riusciti a distinguere con successo le invasioni caratterizzate da una o due ondate, stimando correttamente il numero di individui introdotti e in una certa misura perfino i tempi delle introduzioni.
Per esempio il metodo è stato testato sull’introduzione di bombi in Nuova Zelanda, di cui esistono documenti che accertano due spedizioni nel 1885 e nel 1906. I risultati hanno suggerito che una di queste introduzioni è fallita, mentre l’altra ha avuto fin troppo successo, trasformando i bombi in una specie invasiva.
Un bombo europeo (Bombus terrestris) ripreso nel santuario del Monte Tutu, in Nuova Zelanda. La specie è stata introdotta sull'isola all'inizio del secolo scorso (fonte: YouTube)
Conoscere per contrastare
Distinguere tra colonizzazioni di una, due o più ondate potrebbe aiutare a comprendere l’ecologia delle invasioni biologiche, per esempio il motivo per cui molte specie non indigene impiegano così tanto tempo prima di aumentare rapidamente di numero. Informazioni preziose per chi si occupa della gestione e del controllo degli invasori.
Sorvegliati speciali
Nel caso in cui le seconde ondate risultassero la norma, per esempio, i gestori dovranno decidere se, come e quando isolare o eliminare piccole popolazioni introdotte, e non abbassare la guardia nei confronti di quelle che sembrano essersi stabilite senza arrecare troppi danni. Il rischio di nuove ondate incontrollabili, infatti, è sempre in agguato.
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