Dagli articoli sensazionalistici che popolano le pagine dei giornali e dagli appelli a riaprire la caccia a un animale protetto da leggi internazionali, si avrebbe l'impressione che le popolazioni di lupo in Italia siano fuori controllo. Non è così, ma è vero che mentre conosciamo bene l'esiguo numero di lupi presenti quarant'anni fa, il numero di animali complessivo sul suolo nazionale non era stato ancora stimato con metodi quantitativi. Comincia a colmare questo vuoto un nuovo studio appena pubblicato su Mammals Research guidato da Marco Galaverni e Romolo Caniglia dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Il ritorno del lupo italiano
Negli anni '70 il lupo in Italia era sull'orlo dell'estinzione: della sottospecie Canis lupus italicus, endemica del nostro territorio, erano rimasti solo un centinaio di esemplari. Grazie agli sforzi dei conservazionisti come l'operazione San Francesco del WWF, e al contemporaneo abbandono di molti terreni agricoli, il lupo ora è tornato a popolare le nostre montagne. Esistono diversi dati relativi alla loro distribuzione a livello locale ma, anche a causa della mancanza di coordinamento, non esisteva fino ad ora una stima complessiva. I ricercatori dell'Ispra, coordinati da Ettore Randi, hanno quindi integrato la totalità dei dati pubblicati tra il 2009 e il 2013, tra cui quelli ricavati da una ventina di ricerche e quelli estratti da 241 formulari standard relativi ai siti di Natura 2000, la rete di aree protette istituita dall'Unione Europea.
Una convivenza possibile
Distribuzione del lupo in italia (Immagine: Galaverni et al, Mammals research, 2015)
A dipingere il quadro complessivo del lupo in Italia hanno contribuito informazioni provenienti da diverse tecniche di monitoraggio, da quelle più semplici come il wolf howling a quelle più raffinate come l'analisi genetica dei campioni biologici. In base a esse i ricercatori stimano in italia la presenza di almeno 321 branchi, corrispondenti a un numero che può oscillare tra 1269 e 1800 esemplari, la maggior parte dei quali concentrata sull'Appennino. La presenza di questo predatore è fondamentale per la salute dei nostri ecosistemi, ma la convivenza tra uomo e specie selvatiche genera inevitabilmente dei problemi: l'antenato del nostro migliore amico in particolare ha già avuto la sua dose di irrazionale persecuzione, in Italia e nel resto del mondo.
La conservazione deve quindi andare di pari passo con la comunicazione: questa prima stima sulla popolazione di lupo potrà essere utilizzata per aggiornare le strategie nazionali di protezione dell'ambiente, ma fa anche capire ai cittadini che i lupi, lungi da essere fuori controllo, sono semplicemente tornati a popolare gran parte del loro areale originario. A quarant'anni di distanza l'operazione San Francesco sta quindi raggiungendo i suoi obiettivi: a noi la responsabilità di non sprecare questo successo.
Immagine in apertura: Jairo S. Feris Delgado (ia:User:Jasef) (Interlingua wikipedia) [GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html) or CC-BY-SA-3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)], via Wikimedia CommonsImmagine box: Luigi Piccirillo via Wikimedia Commons