L’interferometria permette di far lavorare più telescopi assieme per realizzare strabilianti immagini come quelle che svelano dettagli inaspettati sul sistema binario SS Leporis: ma come funziona?
Con 1100 anni luce di differita, dal pallido puntino blu che è la nostra casa nell’Universo, stiamo osservando un «crimine» interstellare. Nel sistema SS Leporis, nella costellazione della Lepre, un stella si sta «nutrendo» a spese di un’altra e ne ha già consumato la metà.
Cedere materiale
Il sistema binario è infatti formato da una gigante rossa (quindi una stella prossima alla morte) che sta cedendo materiale alla sua controparte più calda e densa. Il comportamento del sistema SS Leporis era già noto da tempo, ma oggi, grazie al gigantesco interferometro VLTI (Very Large Telescope Interferometer) dell’osservatorio dell’ESO sul Monte Paranal, abbiamo immagini del «misfatto» a una qualità mai ottenuta prima.
Il Very Large Telescope Interferometer in azione durante la notte (Imamgine: VLTI)
Più immagini combinate insieme
L’interferometria infatti infatti consente di combinare le osservazioni di più telescopi per formare un’unica immagine di una risoluzione tanto più alta quanti più saranno i telescopi coinvolti. Il VLTI conta principalmente su otto telescopi dell’osservatorio (quattro con uno specchio di 8.2 metri di diametro, quattro ausiliari mobili di 1.8) i cui dati raccolti sono intergrati grazie a PIONIER (Precision Integrated Optics Near-infrared Imaging ExpeRiment). In questo caso, per ottenere le nitide immagini che potete vedere, sono bastati i quattro telescopi ausiliari che, una volta combinati fra loro, consentono una risoluzione pari a quella di un ipotetico telescopio con uno specchio di circa 130 metri di diametro, cioè della distanza che separa i telescopi del quartetto più lontani fra loro.
Le nuove immagini portano con loro anche nuove informazioni che hanno costretto gli astronomi a rivedere i modelli di evoluzione di SS Leporis. La gigante rossa (M) sta sì cedendo materia alla sua compagna più calda (A), ma più che cannibalismo (o vampirismo) si tratta di una specie di simbiosi (sempre che vogliamo continuare con metafore derivate dalla biologia). M è molto più piccola di quanto ipotizzato, ed per questo è più complicato spiegare per quale motivo A possa intaccarla, l’ipotesi ora è quindi che sia M a espellere materia nello spazio come vento stellare che viene poi catturata da A, il tutto molto gradualmente.
Immagini del sistema binario (ESO)
Henri Boffin (ESO), tra gli autori del team internazionale che ha firmato lo studio sul sistema pubblicato su Astronomy & Astrophysics, ha commentato: «Sapevamo che questa stella doppia era inusuale, e che la materia fluiva da una stella all’altra [...]. Abbiamo però scoperto che il trasferimento di massa molto probabilmente è completamente diverso da quanto descritto dai precedenti modelli. Il morso della stella vampiro è molto delicato, ma molto efficace».