Quando Curiosity guarda verso il centro del cratere dove è atterrato vede un monte. Da cosa è stato formato? In attesa il rover arrivi là a dare un'occhiata più da vicino, secondo alcuni scienziati le immagini della sonda Mars Reconnaissance Orbiter hanno già dato il verdetto.
Gale Crater, luogo di atterraggio di Curiosity, ha al suo centro un rilievo di 5.500 metri noto come Monte Sharp. Cosa lo ha formato? Le uniche ipotesi riguardano l’acqua e il vento. In particolare a lungo la maggioranza degli scienziati ha immaginato che dove ora si trova Curiosity una volta ci fosse un immenso lago che lambiva le pareti del cratere, e che Monte Sharp fosse parte di ciò che rimane di quei sedimenti. Anche per questo Gale Crater è stato scelto come luogo di atterraggio di Curiosity, la cui missione è appunto studiare l’abitabilità di Marte: forse quei sedimenti ci avrebbero potuto rivelare qualcosa di quando Marte era un po’ meno inospitale per la Vita grazie a quell’acqua che ora non c’è più.
Secondo un nuovo studio sulla rivista Geology, il rilievo sarebbe invece stato creato dal vento. Usando i dati di HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) che analizza le immagini ad altissima risoluzione raccolte da un telescopio a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, un team di geologi ha testato vari scenari: l’evoluzione di un monte con quelle caratteristiche, in particolare per quanto riguarda l’orientamento degli strati che lo compongono, è compatibile solo con l’azione dei venti di pendio (catabatici e anabatici). Come accade sulla Terra, con l’aumento della temperatura durante il giorno, l’aria comincia a risalire lungo i pendii, in questo caso le pareti del cratere e i versanti del monte; di notte il processo si inverte e l’aria, più fredda, fluisce verso la base del cratere.
In decine di milioni di anni i venti marziani hanno via via depositato le polveri verso il centro del cratere e lo hanno lavorato fino alla forma attuale che chiamiamo Monte Sharp. Ironicamente il nome ufficiale derivato dal sistema di nomenclatura classica è invece Aeolis Mons: nomen omen.
Se ne vanno così le speranze che Curiosity si trovi nel punto giusto per dirci qualcosa in più riguardo al travagliato rapporto tra Marte e l’acqua? Non esattamente: gli autori non escludono che dentro a Gale Crater ci fosse acqua, ma non tanta da formare un lago, e irrilevante dal punto di vista della formazione del monte. Quando Curiosity arriverà al Monte Sharp, sapremo se questi geologi avevano ragione, ma in ogni caso questa struttura sedimentaria rimane di inestimabile valore scientifico poiché i suoi sedimenti, siano essi portati dal vento o dall’acqua, possono raccontarci decine di milioni di anni si storia del pianeta.
Nelle parole di Kevin Lewis, tra gli autori della ricerca: «È in questo modo che impariamo la storia della Terra, trovando le tracce sedimentarie più complete possiamo analizzarle strato per strato. In un modo o nell’altro, abbiamo a disposizione un incredibile libro di storia che raccoglie tutti gli eventi che sono successi nel periodo in cui si è depositato quel sedimento. Penso che il Monte Sharp continuerà a fornirci una fantastica storia da leggere. Semplicemente non è mai stato un lago».
(Testo originale: «This is how we learn about Earth’s history, by finding the most complete sedimentary records we can going through layer by layer. One way or another, we’re going to get an incredible history book of all the events going on while that sediment was being deposited. I think Mount Sharp will still provide an incredible story to read. It just might not have been a lake.»)