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Yutu, il primo rover lunare "made in China"

Il 14 dicembre scorso, dopo quasi quarant'anni dall'ultima volta, si è dolcemente posata sulla Luna una sonda e per la prima volta nella storia non è una missione americana o sovietica, ma cinese
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Quando nel 1976 la sonda della missione sovietica Luna 24 lasciava il nostro satellite con suo carico di regoliti, pochi avrebbero scommesso che l'uomo avrebbe lasciato la Luna praticamente indisturbata così a lungo. Solo negli anni '90 infatti ricominciammo timidamente a spedire qualche sonda e oggi sulla superficie lunare giacciono apparecchi giapponesi, europei, e persino indiani. Fino a sabato scorso, però, non si era più ammirata alcuna discesa controllata sul suolo della Luna, ovvero l'atterraggio morbido di un investimento tecnologico così importante. Con gli Stati Uniti da tempo concentrati su Marte, non stupisce che sia stata proprio la Cina, dopo aver conquistato i mercati economici, a raccogliere il testimone e a lanciarsi alla (ri)conquista in grande stile della Luna. Il programma cinese per l'esplorazione lunare, noto anche come programma Chang'e (dal nome della dea della Luna) comincia con il lancio di due missioni con sonde orbitanti, Chang'e 1Chang'e 2, nel 2007 e nel 2010, entrambe risultate un completo successo, in particolare Chang'e 2, la cui sonda dopo aver completato le osservazioni lunari è uscita dall'orbita del satellite per seguire da vicino l'asteroide 4179 Toutatis. Con Chang'e 3 ora comincia invece l'esplorazione della superficie lunare. La missione è composta infatti da un lander, cioè una stazione fissa sulla superficie, e dal rover Yutu, che è stato fatto uscire dall'interno del lander qualche ora dopo l'atterraggio.

 Yutu fotografato dal lander (Immagine: Xinhua/Wang Jianmin)

Lander e rover sono entrambi alimentati grazie a pannelli solari, e per proteggere l'elettronica dal gelo della notte lunare, quando la temperatura scende fino a quasi - 200 °C, porta a bordo un RHU (Radioisotope Heater Unit), piccolo dispositivo che produce calore per decadimento radioattivo. Per quanto riguarda la strumentazione scientifica, il lander è equipaggiato con LUT (Lunar-based Ultraviolet Telescope), un telescopio che grazie all'assenza di atmosfera, potrà osservare il cosmo senza interferenze, e con una particolare fotocamera (Moon-Based EUV Camera) per osservare la plasmasfera terrestre. Yutu ("coniglio di giada", l'inseparabile compagno della dea nelle leggende) invece è un piccolo geologo lunare, dotato di uno speciale radar (Ground Penetrating Radar) per scoprire la struttura interna del satellite fino ad almeno 100 metri di profondità, e di due spettrometri per indagare la composizione chimica delle rocce. La missione dovrebbe durare un anno e aprire la strada alla terza fase del programma: l'invio di una sonda che prelevi campioni e ritorni sulla Terra e, forse, tra il 2025 e il 2030, potrebbe sbarcare di nuovo sulla Luna un equipaggio umano: siamo all'alba di una nuova corsa allo spazio?
Qualche fotogramma dell'atterraggio e dello sbarco del rover
Nell'immagine in apertura: una simulazione computerizzata dell'atterraggio Immagine: CCTV
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