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Le dipendenze nell’era digitale

Nuove droghe: legali, illegali, sconosciute

Sono tante, pericolose e cambiano di continuo. Quello che sappiamo di loro (non molto) è che vanno riconosciute ed evitate

leggi

C’è un nuovo acronimo per le nostre paure: NPS, cioè Nuove Sostanze Psicoattive, in inglese Novel Psychoactive Substances. Sono le nuove droghe disponibili sul mercato, ovviamente illegale: un gruppo eterogeneo e ampio di sostanze sintetiche prodotte in laboratori clandestini non si sa bene dove, e vendute spesso inizialmente su internet, nei meandri virtuali del cosiddetto dark web. Sono tante, crescono continuamente di numero e sono pericolose. Per di più, vengono tipicamente prodotte introducendo piccole e progressive modifiche nella struttura chimica di quelle già riconosciute e catalogate e in questo modo possono sfuggire alle tabelle ufficiali delle convenzioni internazionali e delle leggi nazionali, e trovarsi, almeno per un certo periodo, in una situazione di legalità. Ma andiamo con ordine.

Stiamo parlando di droga e per tutte le droghe vale una considerazione:

Anche se ogni sostanza è diversa, e ha la propria interazione e i propri effetti sul nostro organismo, comunque alla fine produce la stessa attivazione dopaminergica che dà gratificazione e, alla lunga, dipendenza.

Sono parole di Pierluigi Simonato, psichiatra dell’unità Doppia diagnosi alla Casa di Cura Parco dei Tigli di Padova, e all’Università di Trento per l’Addiction Science Lab, un nuovo Centro dedicato allo studio delle dipendenze. Ma mentre le sostanze “classiche” sono di origine naturale (hashish, cocaina, eroina, eccetera) e più o meno conosciamo i loro effetti, nel caso delle NPS, spiega Simonato:

Parliamo di sostanze completamente sconosciute, che non sappiamo come agiscano, con quali effetti e con quali rischi. Quindi possono creare emergenze mediche e psicopatologiche imprevedibili.

Una storia oscura

Non sappiamo nemmeno quante siano queste sostanze e da dove vengano: possiamo dire che più o meno il fenomeno è emerso nei primi anni dieci del secolo e che oggi sono stati identificati circa 2000 composti appartenenti alla categoria delle NPS, con una crescita stimata di una nuova sostanza alla settimana, sostanza che poi può affermarsi sul mercato o scomparire in maniera ovviamente impossibile da documentare.

La classe più rappresentata è quella dei cannabinoidi sintetici, che rispetto ai cannabinoidi naturali sono molto più potenti perché, dice Simonato:

l’affinità di legame tra il Thc, che è la molecola responsabile degli effetti psichici, e il recettore è altissima quindi dà una stimolazione fortissima.

Questa stimolazione è capace di indurre effetti psicotici o ansia più spesso che con i cannabinoidi naturali e in forme molto più gravi e difficili da curare. Le prime furono le cosiddette “spice drugs”, che venivano vendute anche per strada o nei mercatini: inizialmente erano perfettamente legali anche perché nella lista degli ingredienti non dichiaravano i cannabinoidi sintetici che davano loro gli effetti psicogeni. Adesso cannabinoidi sintetici si possono trovare anche in aggiunta ai cannabinoidi naturali, e questa è una delle possibili spiegazioni del fatto che oggi le “canne” siano molto più potenti di quelle di qualche anno fa.

In un secondo momento tra le NPS sono arrivati i catinoni, chiamati anche (chiaramente un nome di copertura) “sali da bagno”. I catinoni sono simili alle amfetamine, ma più economici. Dice ancora Simonato:

Infine ci sono sostanze allucinogene e sostanze depressogene, cioè i simil oppioidi come il Fentanyl o come benzodiazepine scartate dal mercato ufficiale e riprodotte e diffuse per vie illegali, cioè farmaci.

Ma che cosa significa che queste sostanze sono, o sono state per un certo periodo, legali? Le droghe sono classificate in tabelle che vengono aggiornate di continuo proprio per stare dietro all’emersione delle continue novità del mercato clandestino, che è rapidamente mutevole: le principali sono le liste della Convenzione unica degli stupefacenti (del 1961) e della Convenzione sulle sostanze psicotrope (del 1971). Il fatto che le NPS abbiano una struttura chimica nuova e inizialmente non ancora descritta fa sì che, almeno per un certo periodo di tempo dalla loro immissione sul mercato, non siano tra le sostanze classificate e di conseguenza che possesso e vendita non siano punibili. Ma soprattutto nella percezione del consumatore, specialmente del più sprovveduto, questo aspetto le rende sicure, o quantomeno accettabili.

Dove è scuro anche il web

Dopodiché, legali o meno, la maggior parte di queste sostanze in prima battuta si trova online, attraverso canali più o meno accessibili: poi possono finire per strada o nei locali o chissà dove, e raggiungere consumatori che nulla sanno di quello che stanno assumendo. Racconta Simonato:

Anche su Google si possono trovare, magari vendute come materiale da ricerca chimica o come incensi o fertilizzanti per piante o cristalli da bagno.

Però a monte c’è tutto il mondo molto più oscuro del cosiddetto dark web: una parte di web che non siamo abituati a vedere perché è fatta da pagine non raggiungibili coi motori di ricerca (in parte è piuttosto normale, pensate alle banche dati degli enti governativi o al conto in banca gestito con l’homebanking) ma che è accessibile con applicazioni speciali (come Tor) e dove si concentrano le attività illegali. In realtà, è facile anche entrare lì: si installa sul computer un browser specifico e si fa ricerca lì esattamente come nel web ‘normale’, attraverso un motore di ricerca.

Nel dark web si può acquistare di tutto, da reni umani pronti per un trapianto ad animali esotici, armi, esplosivi, droga e chissà che cos’altro, piuttosto sicuri di essere protetti dall’anonimato e al riparo da perquisizioni della polizia. Tuutavia, sottolinea ancora Simonato:

Le sostanze che circolano nel dark web ovviamente non hanno una composizione certa e garantita, e sono spesso contaminate o modificate per guadagnarci su.

Il meglio che si trova nel dark web sono prodotti erboristici su cui è stato spruzzato del Thc sintetico, il peggio non lo sappiamo.

Informare, capire, prevenire

Ora, se gli esperti sono cauti a descrivere la situazione e spiegano che soprattutto “non lo sappiamo”, figuriamoci che cosa ne sanno i ragazzi. Ecco come Simonato racconta la sua esperienza diretta con i più giovani:

Sì, quelli che vediamo arrivare sono spesso del tutto inconsapevoli. Ricordo una ragazzina che usava elevatissime quantità di cannabis ma non aveva un’idea dei suoi effetti. Ecco, lì, il primo livello è informativo. Senza demonizzare niente, senza colpevolizzarla, si è trattato di parlare con lei in termini molto realistici. In cinque o sei mesi ha diminuito molto il consumo di cannabis ed è rientrata a scuola, in palestra e più o meno alla sua vita normale. Bisogna avere fiducia nel paziente, così come il paziente deve averla in noi.

E poi ci sono quelli invece molto informati, decisamente più impegnativi per il clinico che se li trovi davanti, ma non sono casi così frequenti tra gli adolescenti:

Questi non ti dicono nemmeno che cosa hanno preso: bisogna guadagnarsi la loro stima mostrando di essere informati sulle droghe almeno quanto loro. Sono psiconauti: provano tutte le sostanze che trovano, imparano con precisione dosaggi ed effetti, e passano da una all’altra quasi scientificamente.

Ma prima che la situazione richieda di rivolgersi a uno psichiatra si può fare qualcosa? Questa la risposta di Pierluigi Simonato:

Informarsi, cercare di capire, parlarne in famiglia e in classe. Forse dobbiamo anche cambiare il modo in cui noi esperti del settore siamo percepiti: non solo come distributori di farmaci quando il danno è fatto ma anche promotori del benessere psichico e fisico prima che sorgano i problemi.

immagine di copertina: Chowdhury Akbor Hossain / Shutterstock

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Una confezione di Spice, uno dei primi e più famosi cannabinoidi sintetici, oggi illegale nella stragrande maggioranza dei Paesi (immagine: Wikipedia)

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Una dose di 2 mg di Fentanyl in polvere (visibile sulla punta della matita) è letale per gran parte delle persone (immagine: United States Drug Enforcement Administration via Wikpedia)

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